La Prima Sezione del Tribunale penale di Roma ha assolto il titolare di un Ced collegato a Goldbet dall’accusa di raccolta illegale di scommesse. Il giudice ha applicato l’art. 649 del codice di procedura penale che afferma il principio del ne bis in idem, ovvero dell’impossibilità di processare uno stesso soggetto due volte per il medesimo fatto. L’esercente era già stato incriminato una prima volta nel 2010 e assolto con formula piena. A distanza di alcuni anni, il Ced è stato di nuovo sottoposto a sequestro, e il titolare ha nuovamente dovuto fronteggiare l’accusa di raccolta illegale di scommesse. Nonostante il comportamento fosse stato reiterato nel tempo, il giudice penale ha ritenuto che il fatto oggetto del procedimento fosse lo stesso, e ha quindi disposto una nuova assoluzione. lp/AGIMEG