Scommesse, Alfano: Viminale vigila su gioco minorile e investimenti delle mafie su sale scommesse

“Sul fatto che la camorra, come tutte le mafie, abbia puntato gli occhi sul business delle sale giochi abbiamo le idee chiare: e siamo consapevoli che si tratta di un rischio forte e ben presente anche a Napoli”. Così risponde il ministro dell’Interno Angelino Alfano a chi gli chiede dell’allarme, sempre più diffuso, legato al fenomeno del riciclaggio e della presenza di minori che – nonostante i divieti – frequentano ogni giorno le sale scommesse. Dall’inizio dell’anno nella sola città di Napoli – secondo quanto riporta il Mattino – sono state aperte ben 453 partite Iva riconducibili a sale scommesse e sale giochi. Dalla prefettura di Napoli, dove ha appena finito di presiedere un comitato straordinario per l’ordine pubblico, il numero uno del Viminale specifica: “Ovviamente di fronte a simili rischi non si deve mai generalizzare, ma quello che posso dire è che il fascio di luce su questi fenomeni da parte nostra è acceso ed è intenso”. Da un lato ci sono i rischi legati alle infiltrazioni della criminalità organizzata che, attraverso l’interposizione di insospettabili incensurati, riesce ad aprire sempre nuove partite Iva intestate a sale che gestiscono il gioco d’azzardo; ma dall’altro c’è anche l’allarme di ragazzi e adolescenti che diventano schiavi del gioco. Senza che, spesso, i gestori delle stesse sale giochi li allontanino dai loro locali. E proprio sul fenomeno della “ludopatia minorile” si soffermano anche alcuni dei protagonisti che ieri mattina sedevano in Prefettura al tavolo convocato dal ministro degli Interni. A cominciare dal procuratore della Repubblica, Giovanni Colangelo. “È sicuramente un fenomeno preoccupante, anzi direi doppiamente preoccupante in quanto coinvolge dei minorenni – dice – Naturalmente occorre tenere alta la guardia e colpire anche quei gestori che consentono ai minori di entrare e giocare, in presenza di un divieto di legge che proprio i gestori di quei centri scommesse dovrebbero avere bene a mente”. Dello stesso avviso anche il questore di Napoli, Guido Maria Marino. “I controlli? Ovviamente ci sono, ma non si può pretendere di far presidiare le sale giochi dalle forze di polizia. Sarebbe assurdo. Chiediamoci piuttosto se a fare i primi controlli su quei ragazzi non dovrebbero essere, piuttosto, i genitori. E che cosa possono fare le famiglie, invece di delegare alle forze dell’ordine gli errori dei padri e delle madri”. lp/AGIMEG