31 maggio 2021: si riaccende il semaforo verde per le sale giochi, sale scommesse e sale bingo. Dopo 8 mesi di chiusura continuativa, gli operatori di gioco “fisico” potevano finalmente rialzare la serranda.
Quel giorno riaprirono infatti le sale delle prime regioni entrate in zona bianca e precisamente la Sardegna, il Friuli Venezia Giulia ed il Molise.
Una settimana dopo, il 7 giugno 2021, fu il turno delle sale della Liguria, Veneto, Umbria e Abruzzo, mentre il 14 giugno fu la volta di Lazio, Piemonte, Puglia, Emilia Romagna e la Provincia di Trento.
E lunedì 21 giugno, l’Italia si tinse quasi tutta di bianco, tanto che anche le sale giochi, sale scommesse e sale bingo della Sicilia, Marche, Toscana, Calabria, Basilicata, Campania e Provincia di Bolzano, riaprirono ai giocatori.
L’ultima a riaprire fu la Valle d’Aosta, tornata in zona bianca solo a fine giugno 2021.
Le attività di gioco furono quindi le prime a chiudere, a marzo del 2020 e le ultime a riaprire, man mano che le regioni tornavano in zona bianca. E lo fecero, quindi, non grazie ad un nuovo DPCM o altro decreto, ma per il fatto che in zona bianca tutte le attività, comprese quelle di gioco, potevano essere Scommesse e gioco online, .
In questi 12 mesi di riapertura, il mercato del gioco terrestre sta provando a rialzarsi dopo i lunghi mesi di chiusura. Il settore delle scommesse sportive in agenzia, nel periodo giugno 2021-maggio 2022, vale a dire i 12 mesi di riapertura, ha fatto registrare una raccolta di poco meno di 3,9 miliardi di euro, per una spesa di circa 800 milioni di euro.
Questo dato può essere messo a confronto con il periodo giugno 2018-maggio 2019, perché nel 2020 le sale vennero chiuse per alcuni mesi durante il primo lockdown. Nel confronto tra i due periodi, la raccolta degli ultimi 12 mesi fa segnare un calo di oltre il 17%, mentre la spesa registra una perdita di circa l’8%.
Per quanto riguarda il bingo, arrivano segnali positivi. Secondo informazioni raccolte da Agimeg presso i principali operatori, nei primi mesi del 2022 si sta assistendo ad un recupero del settore. In particolare, i mesi di aprile e maggio dovrebbero far segnare un sostanziale pareggio con lo stesso bimestre del 2019.
Discorso invece più complicato per ciò che concerne le sale slot e vlt. Il paragone tra i 12 mesi di riapertura e lo stesso periodo 2018-2019, è inquinato da fattori non pandemici. Nel periodo tra le due rilevazioni infatti ci sono state modifiche di tassazione e di modalità operative (ad esempio l’introduzione della tessera sanitaria per le vlt) che fanno già viaggiare il settore con il segno negativo (almeno il -20%). Sempre secondo dati degli operatori raccolti da Agimeg, calo relativamente più moderato per il segmento delle slot, mentre è in sofferenza quello delle videolottery. sb/AGIMEG