“Incentivare la solidità della struttura finanziaria delle imprese è fondamentale per avere una robusta ripartenza dell’economia. L’esplosione della pandemia ha causato un fabbisogno eccezionale di liquidità e di risorse finanziarie, determinando il ruolo fondamentale del settore bancario. Infatti, i finanziamenti garantiti ammontano ad oltre 152 miliardi di euro. A ciò vanno aggiunti i 189 miliardi di euro delle moratorie. Questi dati riflettono una dinamica sostenuta del credito”. E’ quanto ha affermato il Direttore Generale dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), Giovanni Sabatini, in audizione alla Commissione Finanze della Camera. “L’evoluzione della situazione sanitaria e le misure di contenimento in corso per le attività economiche richiede che per tutta la durata dell’emergenza rimangano in piedi i sostegni. Inoltre, una volta superata la fase emergenziale, il ritiro delle suddette misure va eseguito con la massima gradualità tenendo conto del tessuto economico italiano composto in particolar modo da piccole e medie imprese. Ciò è importante anche in ottica futura ed evitare che le aziende vadano in crisi successivamente con la conseguenza, per le banche, di avere dei crediti deteriorati nei propri bilanci”. Il deputato di Italia Viva, Massimo Ungaro, una volta terminata la relazione dell’ABI ha sottolineato le gravi problematiche per l’accesso al credito del settore del gioco pubblico affermando “Sto ricevendo numero segnalazioni da parte degli operatori di gioco pubblico in merito alla chiusura dei conti da parte delle banche nazionali più grandi. Il gioco pubblico ha al suo interno migliaia di lavoratori e rappresenta un presidio di legalità. Negare il credito al settore del gioco pubblico può rappresentare un problema in termini di inclusione bancaria e mettere in condizioni complicate le aziende del comparto. Dunque, chiedo se l’ABI può chiedere alle proprie associate di non chiudere i conti e permettere la loro apertura agli operatori del gioco pubblico. L’ABI sempre attraverso il Direttore Generale, Giovanni Sabatini, ha risposto: “Il tema è sotto la nostra attenzione e insieme all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che ha la vigilanza su questo settore economico, stiamo cercando soluzioni compatibili con quello che noi oggi osserviamo. Il quadro normativo europeo richiede nei confronti di determinati soggetti delle verifiche rafforzate. Laddove queste verifiche non vengono superate o non vengono forniti gli adempimenti richiesti la banca ha l’obbligo, in adempimento a queste regole europee, di chiudere il conto o non aprire il conto. Occorre, e su questo stiamo lavorando, trovare un meccanismo che rispetti le regole europee ma allo stesso tempo consenta ad operatori autorizzati e vigilati di continuare ad operare in un settore importante per l’economia”. ac/AGIMEG