“Negli ultimi 15 anni, nella criminalità organizzata si sono verificate profonde modificazioni genetiche: le associazioni mafiose infatti non sono più interessate esclusivamente ad attività cruente, ma hanno spostato il proprio asse verso l’apparato economico facendo il proprio core-business sulle aziende che producono denaro”. E’ quanto ha dichiarato Giovanni Russo, Procuratore generale aggiunto Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo nel corso del convegno Eurispes “Il Gioco in Italia: tra criticità e opportunità”. “Nella sola Campania, ad esempio, prima vi erano 250 clan camorristici, ora le cose sono cambiate e c’è una mafia più fluida, in cui le organizzazioni si sovrappongono una con l’altra. In questo contesto il settore del gioco è vulnerabile e remunerativo, motivo per il quale la criminalità organizzata vi ha messo radici infiltrandosi nel gioco legale e dando vita a piattaforme alternative. Indubbiamente la compressione del gioco legale può portare all’espansione dell’illegale, ma va anche detto che l’espansione dell’area legale non comporta necessariamente la riduzione dell’area illegale. Il nostro Paese – ha concluso Russo -, ha recepito la III e IV Direttiva Antiriciclaggio intervenuta, tra le altre cose, a regolare questo settore e nella V Direttiva all’esame del Parlamento in questi giorni speravamo vi potessero essere più spazio e più poteri per gli interventi delle forze dell’ordine, ma vi è solo una maggiore vigilanza per le carte prepagate, che risulta essere tuttavia un aspetto non decisivo per il settore del gioco”. cr/AGIMEG