Roma: Magi (Radicali), “Su regolamento slot il Campidoglio sia coraggioso”

“Come Presidente della Commissione speciale Legalità del Campodoglio, con competenze sulle Politiche di prevenzione e contrasto alle mafie ed alla criminalità e Piano di contrasto alle dipendenze, vorrei ringraziare innanzitutto il collega Dario Nanni per l’impegno profuso in questi mesi per presentare una delibera sul tema letteralmente esplosivo del gioco d’azzardo e il collega Corsetti per il lavoro svolto dalla Commissione che presiede. L’Italia è il Paese con gli stipendi medi fra i più bassi d’Europa ed è in testa alle classifiche della spesa pro capite per il gioco d’azzardo, con circa 1250 euro al mese, neonati compresi.” E’ quanto sostiene Riccardo Magi, consigliere del comune di Roma in quota ai Radicali . “La regione Lazio è al secondo nella classifica nazionale, con una spesa media che supera i 2mila euro pro capite. A Roma e provincia si concentra circa il 12% delle sale da gioco presenti sul territorio italiano. Di fronte a questo fenomeno con altissimi costi sociali, tre sono i provvedimenti sui quali si misurerà il coraggio dei legislatori locali, tenendo presente la lacunosità della normativa nazionale. La prima questione è la distanza in termini di metri da luoghi considerati sensibili. Se è vero che una restrizione può scatenare il ricorso al TAR di alcuni esercenti, a causa del vuoto del decreto Balduzzi che indica la necessità di una distanza e ricollocazione delle concessionarie ma non indica nessuna misura, è anche vero che non sono pochi gli enti locali che hanno incassato successi da parte dei Tar regionali che hanno ritenuto legittimo il provvedimento di restrizione, facendo riferimento alla competenza dei comuni in materia di regolamenti. E’ ridicolo pensare che Roma sia più indietro di tante città che alla stregua di Genova hanno scelto di imporre i propri regolamenti. La seconda questione centrale per misurare l’efficacia del provvedimento saranno gli incentivi fiscali. Proprio perché le società concessionarie detengono il potere di imporre nuovi contratti e rivalersi sugli esercenti, in molti comuni si è deciso di creare un fondo di sostegno per gli esercenti di bar, tabaccherie, ristoranti, che vogliono liberarsi delle slot machine ma non riescono a sottrarsi ai vincoli contrattuali. Questa idea è stata raccolta ma non ancora concretizzata da una delibera del primo municipio che ha raccolto le linee guida del Manifesto dei sindaci. Terzo e ultimo punto è quello relativo al controllo del regolamento comunale. E’ necessario attribuire chiare competenze e indispensabile definire delle multe ai gestori che non rispettano il regolamento. Altrimenti se l’unica sanzione è il non rinnovo della concessione e l’impossibilità di cederla, le conseguenze sono troppo spropositate per singole piccole irregolarità e rischiano di essere aleatorie e non praticabili. Per queste ragioni e per giungere al dibattito in aula facendo tesoro non solo di interpretazioni normative ma anche di esperienze politiche e sociali realizzate in questi anni in Italia, è mia intenzione, coordinandomi con gli altri colleghi, indire alcune audizioni sui poteri degli amministratori locali e le best-pratices in Italia, sulla ludopatia e problemi relativi alla criminalità legata al gioco nella Capitale”. lp/AGIMEG