Ripartenze, Cisal Terziario scrive al Premier: “Nel Dl Riaperture manca qualsiasi indicazione per le sale Bingo che invece possono e devono riaprire subito”

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dl Riaperture “il governo ha accolto le istanze di dividere categorie di lavoratori ed ha mostrato l’intenzione di non voler protrarre inopinatamente il lockdown rischiando di compromettere ulteriormente le già difficili condizioni economiche determinate dall’emergenza. Certamente i dati diffusi dalla Protezione Civile circa l’andamento della curva epidemiologica e la decrescita della diffusione del virus, hanno avuto un ruolo dirimente nell’accelerare la riapertura di alcune attività che diversamente sarebbero state destinate, secondo le originarie previsioni, a una eventuale ripresa solo a partire dal mese di giugno. Sono infatti innumerevoli i settori che hanno ripreso in pieno le attività economiche produttive e sociali a partire dal 18 maggio e che sperano di tornare gradualmente ad una normalità, sia pure con grande prudenza e rispettando le prescrizioni imposte per il contenimento della diffusione del virus. Dal 25 maggio sono consentite le attività sportive, riaprono palestre e piscine, centri e circoli sportivi, pubblici e privati, strutture dove si svolgono attività per il benessere della persona. Dal 18 maggio sono stati aperti addirittura i centri commerciali. Ma che dire delle sale bingo? Perché manca qualsiasi indicazione in merito alla loro riapertura?”. E’ quanto sottolinea la federazione Cisal Terziario, in una lettera inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, al ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, al ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri ed all’Ascob sul tema delle riaperture delle sale Bingo. “A differenza di tutte le altre attività, infatti, il decreto non menziona nessuna data di ripresa delle sale bingo – continua la lettera -. Eppure si tratta di un grande comparto italiano che è quello del gioco responsabile, la cui chiusura a seguito dell’epidemia ha causato la paralisi del settore, con disastrose conseguenze economiche per tutti i lavoratori e le loro famiglie coinvolte. Si tratta di una attività in cui opera un elevato numero di lavoratori che oggi ammontano a circa 12mila unità e che sono esposti al rischio di perdere il lavoro, se non viene data loro la possibilità di ripartire. Gli stessi lavoratori stanno esprimendo con forza, attraverso manifestazioni pubbliche e una sentita lettera di denuncia al governo con la quale implorano di poter tornare a lavorare, la volontà di riprendere il lavoro e di trovare risposte alle loro legittime aspettative. Le sale bingo possono e devono ripartire perché, a differenza di tante altre attività, sono strutture con ampie superfici che consentono di poter attuare i protocolli di sicurezza e di garantire l’applicazione delle misure di distanziamento sociale, l’utilizzo di tutti i dispositivi individuali di protezione, l’utilizzo dei termoscanner alle entrate e la sanificazione frequente dei locali. Le associazioni Ascob, Anib e Cisal Terziario, parti stipulanti il CCNL Sale Bingo e Gaming Hall, si sono incontrate per confrontarsi sulla difficile situazione che ha coinvolto il paese in seguito all’emergenza da Covid 19 ed in particolare per adottare misure idonee a tutelare i lavoratori impiegati nel settore bingo e gaming hall, sottoscrivendo, il 28 aprile 2020, un protocollo sulla sicurezza, attuazione di quello sottoscritto con le parti sociali e il Governo in data 14 e 24 marzo 2020. Alla luce di tutte queste considerazioni, si chiede quindi che il governo voglia intervenire con urgenza per includere le sale bingo nell’elenco dei codici Ateco delle attività che possono ripartire da subito”, conclude la lettera della Cisal Terziario. mo/AGIMEG