Con il nuovo documento delle Regioni si vanifica il riordino del gioco fisico. Ecco tutti gli interventi incriminati e perché è a rischio la nuova gara

Sta suscitando preoccupazione e perplessità il secondo documento presentato al MEF dal Gruppo Tecnico delle Regioni e Province Autonome Sub Area Dipendenze. Si tratta infatti di un documento che inasprisce le iniziative relative ai luoghi fisici dell’offerta di gioco, creando problemi anche in tema di salute pubblica, sicurezza del giocatore, perdita di posti di lavoro e calo delle entrate erariali.

Nel secondo documento si parla di razionalizzazione territoriale e numerica dei luoghi che offrono gioco e si specifica che: “al fine della razionalizzazione territoriale e numerica dei luoghi fisici di offerta di gioco secondo criteri di specializzazione e progressiva concentrazione della raccolta del gioco in ambienti sicuri e controllati, con contestuale identificazione dei parametri soggettivi e oggettivi di relativa sicurezza e controllo”.

La razionalizzazione territoriale e numerica delle sale gioco, riporta sempre il documento, dovrebbe essere definita secondo degli aspetti e precisamente densità abitativa, disponibilità di alternativa al gioco, tipologia dei punti vendita, analisi ed evidenze scientifiche.

Nella sezione riguardante la “tipologia dei punti vendita” si precisa che: “Da un punto di vista dello sviluppo della patologia Disturbo da Gioco d’Azzardo, gli esercizi generalisti sono i più insidiosi in quanto si propongono nel contesto di vita delle persone e spingono verso una distorsiva “normalizzazione” del gioco d’azzardo. I punti vendita specializzati, essendo “scelti” dai giocatori con un maggior grado di consapevolezza, possono essere indice di comportamenti problematici già in atto”.

Il documento poi interviene anche sulla razionalizzazione territoriale e numerica degli apparecchi per il gioco: “La Legge delega prescrive il passaggio graduale da AWP a AWP-R (o apparecchi con analogo funzionamento), già indicato nell’intesa tra Governo, Regioni ed Enti locali del 7 settembre 2017. Secondo i dati ADM, nel 2023 in Italia risultano 231.258 apparecchi AWP (Amusement With Prices) e 54.502 VLT (Video Lottery Terminal). Siamo quindi su valori superiori anche a quelli previsti dalla Legge 27/12/2019, n. 160, all’articolo 1 comma 727 per le concessioni, ovvero:

  • AWP-R: 200.000 diritti per apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6, lettera a), del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, che consentono il gioco solo da ambiente remoto;
  • VLT: 50.000 diritti per apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6, lettera b), del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza.

Posto che per le AWP si prevede la sostituzione con le AWP-R e per queste ultime si auspica un maggiore decremento secondo quanto si è affermato in relazione ai punti vendita generalisti, la distribuzione territoriale degli apparecchi dovrebbe seguire i criteri precedentemente elencati con l’aggiunta del parametro delle “migliori tecnologie disponibili”, gestionali e di controllo. Anche per le VLT è auspicabile una consistente riduzione, in considerazione del livello di rischio per lo sviluppo di una dipendenza comportamentale da queste rappresentato”.

Per quanto riguarda l’individuazione dei luoghi sensibili, viene individuato un elenco da ridefinire in accordo con l’ANCI:

  • servizi per la prima infanzia;
  • istituti scolastici di ogni ordine e grado;
  • Università;
  • centri di formazione per giovani e adulti;
  • luoghi di culto;
  • impianti sportivi;
  • ospedali, strutture ambulatoriali, residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario;
  • residenze per anziani, strutture ricettive per categorie protette;
  • luoghi di aggregazione socio-culturale, oratori e circoli da gioco;
  • istituti di credito e sportelli bancomat;
  • esercizi di compravendita di oggetti preziosi e di oro

Le ultime due categorie comportano un alto livello di rischio per chi sta sviluppando una dipendenza di tipo comportamentale perché consentono il prelievo di denaro o l’ottenimento di liquidità per il gioco.

Ed è proprio in questa sezione che il documento riporta un passaggio che fa tornare indietro il settore: “Lo schema di decreto legislativo relativo ai giochi pubblici ammessi attraverso la rete fisica dovrebbe contenere la previsione della possibilità per la normativa regionale e i regolamenti comunali di aggiungere, per giustificati motivi, ulteriori luoghi sensibili in relazione alle specificità territoriali locali”.

In parole povere si lascia agli Enti Locali la possibilità di intervenire sui luoghi sensibili a prescindere da una normativa nazionale. Comuni e Regioni potrebbero quindi imporre ulteriori giri di vite alla rete fisica. In pratica si vanifica il riordino che doveva evitare leggi regionali e comunali a macchia di leopardo e prevedere un unico regolamento nazionale. In questo modo, si crea un grande problema anche per l’attesa gara delle nuove concessioni del gioco fisico, visto che le assegnazioni avrebbero un peso diverso a seconda dei vari regolamenti.

Il secondo documento presentato dal Gruppo Tecnico identifica in 500 metri la distanza dai luoghi sensibili, con la misurazione che dovrebbe utilizzare il “percorso pedonale più breve”. Infine, si parla di interventi in merito alle limitazioni orarie per l’apertura degli esercizi ed il funzionamento degli apparecchi.

Ordinanza limiti orari slot, sale giochi e scommesse

L’intesa tra Governo, Regioni ed Enti Locali del 2017 aveva stabilito la possibilità, per gli Enti Locali, di prevedere interruzioni del gioco durante il giorno per 6 ore complessive. Nel documento vengono proposte tre fasce orarie di chiusura e precisamente 7-9, 13-15, 18-20 oltre che un’interruzione nottura tra mezzanotte e le 5 del mattino.

Insomma, un documento che mette a serio rischio l’esistenza dell’intera rete, con inevitabili ricadute sull’Erario. Un intervento quindi che potrebbe avere dei costi pesanti per lo Stato che invece puntava ad un riordino economicamente sostenibile. sb/AGIMEG