Riforma del calcio italiano: royalty sugli eventi oggetto di scommesse per lo sport e abolizione del divieto di sponsorizzare società di betting. La memoria di ADICOSP

“I club sportivi hanno bisogno oggi più che mai di un sostegno fattivo delle istituzioni politiche. Occorre trovare misure strutturali per far reggere il sistema. A scanso di equivoci non credo che le sole misure assistenziali a fondo perduto possa essere la panacea di tutti i mali. Destinare una minima parte di quanto il calcio genera o versa all’Erario è il punto da cui partire. La politica può adottare iniziative legislative utili a trovare risorse a beneficio dello Sport e del Calcio. ADICOSP ritiene opportuno eliminare il divieto di sponsorizzare società di betting, consentito invece all’estero in contesti peraltro più floridi del nostro. Il Decreto Legge 12 luglio 2018 n. 87 convertito in Legge 96/2018, meglio conosciuto come “DECRETO DIGNITA’”, introdusse questo divieto per fronteggiare un problema serio: la ludopatia. Le scommesse sportive, dal 2019, sono aumentate del 32% dimostrando che questa misura non ha sortito l’effetto sperato e che le soluzioni vanno ricercate altrove”.

E’ quanto sottolineato nella memoria depositata dall’Associazione italiana direttori e collaboratori sportivi (ADICOSP) riguardo le Prospettive di riforma del calcio italiano.

“ADICOSP ritiene che incentivare il credito di imposta per chi sponsorizza lo sport sia uno strumento importante come ampiamente dimostrato nel periodo della pandemia. La determinazione in tal senso del Ministro Abodi ci fa ben sperare”, aggiunge.scommesse calcio matchfixing calcioscommesse

“Nel 2022 il fatturato delle scommesse ha raggiunto i 16,5 miliardi di Euro (fonte Banca Ifis). Si scommette su eventi organizzati dalle Federazioni sportive e il 73,1% di questi sono eventi calcistici. Di fronte a questi importanti numeri, allo sport non torna neanche un centesimo ma all’erario 342.40 milioni di euro. Crediamo che sia giunto il momento che venga riconosciuto allo sport una piccola royalty sugli eventi oggetto di scommesse. Se ci fosse un prelievo di un piccolo 1% sui ricavi dal betting, al movimento sportivo tornerebbero circa 160 milioni di euro che potrebbero poi essere distribuiti, in quota parte, alle varie Federazioni affiliate al CONI. Purtroppo con la riduzione drastica delle giocate del Totocalcio bisogna agire sui prelievi sopra evidenziati che diventano poi ricavi per l’intero sistema sportivo nazionale. Dal 1946 fino al 2003 la “schedina” sostanzialmente ha finanziato lo sport, generando ricavi tali da rimpinguare sia le casse dello Stato che quelle del Coni e delle sue federazioni associate”, conclude. cdn/AGIMEG