Nella diretta Facebook che visto Nicola Porro ospite del direttore di Agimeg Fabio Felici si è affrontato anche il tema delle banche, che non concedono credito agli operatori di gioco per un non meglio precisato codice etico: “Le banche sono il regno delle ipocrisie etiche, di fantomatici codici etici che si infrangono su comportamenti poco etici delle stesse banche”, ha detto Porro. “Tuttavia le organizzazioni del gioco dovrebbero fare maggiore attività di lobbying verso il settore bancario, affinché vengano messe in condizioni di competere e resistere in questo momento di crisi. Oggi è difficile invertire la tendenza negativa sul gioco, serve invece farne una battaglia culturale. Io gioco e impiego il mio tempo come meglio credo, non vedo cosa ci sia di negativo, il gioco fa parte della nostra vita ed è assurdo come venga trattato”. “Ricordatevi – ha aggiunto Porro – che la rete conta molto più della televisione che ha regole tremende. Il mio consiglio è sfruttare questo momento per spiegare alla politica cosa è il gioco, quanto pesa per lo Stato, che se si chiude il gioco legale si apre l’illegale, senza parlare dell’assurdità tipo il distanziometro. Serve una presenza costante delle associazioni del settore su facebook, sulle pagine internet, un bombardamento costante sulla’ unico spazio di libertà che è quello della rete. Ci sono 120 mila persone e famiglie a casa a causa della chiusura prolungata delle sale gioco, serve una battaglia digitale portata con strumenti di ragionevolezza”.
Il problema della politica contro il gioco non finirà con la riapertura delle sale
Sul futuro del settore, il giornalista ha detto: “Continuerò ad occuparmi di voi, la mia previsione è che anticiperanno le riaperture ma il punto fondamentale è che non cambia granché. Il danno ormai è fatto, la battaglia è solo agli inizi neanche. La tendenza sociale contro il gioco da parte della politica e delle amministrazioni locali, prima ancora delle chiusure, era diffusissima e non si esaurirà il tema l’8 giugno o il 15 giugno quando si potrà ripartire”. Infine, una previsione più politica sul futuro di questo esecutivo: “”il Governo secondo me dura: è una fila di ubriachi, se uno si sposta gli altri cadono, non si può sfilare nessuno. Il primo a cadere però sarà il Paese”. cr/AGIMEG