dal nostro inviato a Malta – “Penso che tutti i governi, al momento, stiano cercando di trovare il giusto equilibrio tra la protezione dei consumatori e la tutela delle imprese. È una sfida molto complicata, ma il White Paper va verso questa direzione. Tutti i governi sanno che la maggior parte delle persone non ha problemi col gioco, ma la minoranza che li ha comporta effetti negativi per tutto il settore”. È quanto ha detto il Ceo della Gambling Commission del Regno Unito, Andrew Rhodes, durante il panel “Navigating the future: global Gaming regulations” al CasinoBeats in corso a Malta.
“La tecnologia e gli ampi dati a nostra disposizione possono essere di importante aiuto per trovare delle soluzioni innovative come stabilire i limiti in base alle capacità di spesa di ogni individuo, oppure comprendere quali persone corrono più rischi di incorrere in una dipendenza da gioco”.
“Credo che prima di legiferare sia importante analizzare tutte le possibili conseguenze delle nuove leggi, quindi per questo ritengo che le consultazioni con regolatori e operatori siano sempre necessarie per avere idee chiare in merito ad un settore complicato come quello del gioco”.
“Il mercato del gioco del Regno Unito è molto competitivo e partecipato. Tanti operatori hanno la licenza nel nostro Paese anche perché comporta vantaggi anche agli occhi di regolatori stranieri. Ovviamente, essendo un mercato così competitivo è difficile per tutti rimanervi e mantenere una importante fetta di quote di mercato”.
“Il mercato illegale è sempre presente e ovviamente quando ci sono delle restrizioni ha accesso più facile ai consumatori. Tuttavia, a mio avviso, non si devono abbassare gli standard minimi di sicurezza per prevenire che una parte dei consumatori si rivolga all’illegale. La soluzione ideale non la conosco e comunque dovrà essere la politica a darla”.
“Le cryptovalute non sono il male in assoluto, ma per ora abbiamo preferito non permetterle come metodo di pagamento. Sono strumenti complicati, ma al tempo stesso sono già una realtà da affrontare”.
“Con i regolatori degli altri Paesi europei siamo in costante contatto per comprendere cosa accade negli altri mercati. Tuttavia, il Regno Unito è spesso leggermente più avanti avendo un mercato tra i più sviluppati e alcuni fenomeni tendono ad arrivare prima in Gran Bretagna e poi nel resto d’Europa”.
“Non penso che si potrà mai arrivare ad un mercato globale dei giochi. Il mio pessimismo è dovuto da fattori politici, ovvero non credo che si riuscirà mai a superare alcune differenze tra Paesi su alcuni standard minimi che il settore del gioco deve avere. Ovviamente potrebbe avere senso vista la direzione presa dal settore, ma mi sembra molto complicato che si possa raggiungere una regolazione comune“. ac/AGIMEG