Slot: Tassa da 500 milioni. Tempi strettissimi per un appello al Consiglio di Stato

Concessionari degli apparecchi tra l’incudine e il martello, dopo l’ordinanza con cui il Tar Lazio ha confermato la tassa da 500 milioni di euro introdotta dall’ultima legge di Stabilità. Le compagnie nei ricorsi hanno infatti spiegato che i margini che traggono dalla gestione del settore (complessivamente 850 milioni di euro) non consentono di far fronte alla tassa se esercenti e gestori continueranno – come hanno fatto finora – a rifiutarsi di pagare le quote di loro spettanza. In sostanza le concessionarie una volta pagata la tassa incasserebbero circa 350 milioni lordi, in sostanza – detratti tutti i costi di esercizio – non dispongono delle somme necessarie per pagare l’intera somma o altrimenti chiuderebbero tutti i bilanci in perdita. L’opzione quasi certa adesso è quella di impugnare l’ordinanza del Tar al Consiglio di Stato, i tempi tuttavia, sono particolarmente stretti considerando le festività imminenti e il fatto che la prima rata di pagamento di 200 milioni scadrà il prossimo 30 aprile. Difficilmente si riuscirà a fissare una camera di consiglio a Palazzo Spada entro tale data, le concessionarie chiederanno probabilmente un decreto cautelare monocratico al Presidente della Sezione il quale tuttavia dovrà decidere se – senza sentire le ragioni dell’Avvocatura di Stato, e quindi del Ministero dell’Economia – sospendere una tassa che dovrà portare nelle casse dello Stato una prima rata da 200 milioni di euro. gr/AGIMEG