Registro Unico Esclusi, l’autoesclusione nelle case da gioco in Italia

La ricerca dell’Università di Tor Vergata sul Registro Unico degli Esclusi presentata questa mattina a Roma ha trattato anche il tema dell’autoesclusione nelle case da gioco presenti in Italia.

Il gioco in Italia è esercitato anche tramite le quattro case da gioco: il Casinò di Campione (a Campione d’Italia), il Casinò de la Vallée (a Saint- Vincent), il Casinò di Sanremo (nell’omonima cittadina ligure) e il Casinò di Venezia.

Il decreto legge n. 158 del 2012, convertito nella Legge 8 novembre 2012, n. 189 e intitolato “Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute” (cosiddetto decreto Balduzzi), all’articolo 7 comma 5 ha previsto, anche per le case da gioco, l’obbligo di evidenziare i rischi correlati al gioco e segnalare la presenza sul territorio dei servizi di assistenza dedicati alla cura e al reinserimento sociale delle persone con patologie correlate al gioco d’azzardo patologico.

Di conseguenza, nell’ambito della propria autonomia operativa, ogni casinò ha individuato delle specifiche modalità di applicazione delle misure di gioco responsabile per garantire ai clienti la massima tutela dai rischi derivanti dal gioco; tali misure sono valide e applicate solo nel casinò che le ha emanate. In linea generale, i casinò prevedono l’autoesclusione dal gioco attraverso la compilazione di un modulo presso la struttura; l’autoesclusione ha efficacia soltanto nel casinò a cui è stata effettuata una richiesta.

Pur essendo quindi presente lo strumento dell’autoesclusione, a esso non è associato un registro unico (valido per i 4 casinò) né tantomeno è previsto un collegamento con il R.U.A. adottato per il gioco a distanza. ac/AGIMEG