“Questa legge non colpisce solo una categoria di esercenti, ma va a colpire i cittadini, privandoli di una libertà. Lo Stato deve occuparsi di chi eventualmente incontra dei problemi come la dipendenza da gioco, non deve assolutamente limitare le libertà dei tanti che questi problemi non li hanno affatto. Considero questa legge ipocrita, perché non risolve il problema e non considera che molti piemontesi possono andare a giocare nella vicinissima Lombardia, dove ci sono norme diverse. O nella vicinissima Svizzera, dove si gioca liberamente. Sono tanti i piemontesi che se non possono giocare in Italia fanno qualche chilometro per andarsi a divertire, alimentando quindi il fisco di quello stato e i commercianti di quella nazione. A novembre di quest’anno sarà un anno che la legge entrata in vigore, e sarà il momento di tirare una riga. Se il saldo sarà negativo la normativa dovrà essere cambiata”. E’ quanto aveva dichiarato Alberto Cirio, leader del centrodestra nella Regione Piemonte, in un convegno che si è tenuto qualche giorno fa. Cirio, secondo gli exit poll, sarebbe il nuovo presidente della Regione, essendosi imposto con una forbice tra il 45% ed il 49%, contro il presidente uscente Chiamparino, che si fermerebbe tra il 36,5% ed il 40,5%. Per gli operatori del gioco in Piemonte, quindi, c’è una speranza che l’attuale legge possa essere cambiata. Durante un dibattito sulla legalità di qualche giorno fa, infatti, nel quale era stato chiesto ai candidati per le regionali in Piemonte “Volete mantenere l’attuale legge regionale per il contrasto del gioco d’azzardo patologico?”, l’unico ad aver risposto “no” era stato proprio Alberto Cirio che aveva anche aggiunto: “l’ultima ricerca Eurispes ha dimostrato che questa legge sposta il problema sul gioco nero”. lp/AGIMEG