Una simbolica Marcia su Roma, la creazione di un nuovo partito che tuteli i diritti dei lavoratori del settore gioco e lo stop al pagamento delle tasse. Sono alcune delle provocazioni arrivate durante la Diretta Facebook organizzata da Agimeg con il direttore Fabio Felici, Massimiliano Pucci (presidente Astro), Marcel Vulpis (giornalista economico) ed Angelo Basta (pres. Agire) e che mostrano il livello di stress, preoccupazione e delusione che sta vivendo il settore. La rabbia e la disillusione dell’intero comparto è emersa immediatamente con alcune proposte di protesta come quella portata avanti da Filippo A. sottolineando che: “Le manifestazioni con bandiere e roba varia sono inutili, andiamo a marciare su Roma. Come hanno fatto i gilet gialli in Francia.” Dello stesso avviso Massimo A.: “Lotta continua contro il governo, bisogna unire tutto il gioco e fare marcia su Roma.” Altri cercano diversi metodi di protesta come quello proposto da Vincenzo S.: “Noi sbagliamo ad accettare sempre le tassazioni. Dobbiamo stare chiusi.” Sulla stessa lunghezza d’onda Roberto C. “Bisogna non pagare nessun canone, nessun Preu e nessuna tassa per far capire il nostro peso.” Oppure Mia M. suggerisce: “Mettere sul tavolo dei pentastellati tutte le richieste di reddito di cittadinanza degli operatori del settore che rimarranno disoccupati vediamo se sono capaci a fornire a tutti il sussidio dovuto.” Infine, Manlio S. sostiene: “Per farsi ascoltare dovremmo inviare una pec ad Aams e Governo per aprire un tavolo di confronto.” Tanti lavoratori hanno portato alla luce la continua discriminazione che il settore deve sopportare, e a tal proposito Andrea D. dice: “La ribalta del populismo della politica degli ultimi anni porta a questo. Demonizzare il gioco senza preoccuparsi della sua importanza nel bilancio dello stato e delle migliaia di occupati che perderebbero il posto di lavoro che andrebbero a gravare sugli ammortizzatori sociali.” L’inadeguatezza dei governanti sul tema del gioco è riproposta anche da Simona A.: “La classe politica non ha il coraggio di prendere posizione in nostro favore per non perdere voti. Il lavoro più grosso da fare è quello di far cambiare pensiero all’opinione pubblica nei nostri confronti. Troppo spesso veniamo considerati come delinquenti se non peggio.” Angelo N. sottolinea amaramente: “Vogliono tassare noi perché sanno che noi non possiamo eludere gli introiti.” Gli fa eco Giuseppe L.: “Se non avessero tolto gli introiti della pubblicità che adesso è vietata non ci sarebbe bisogno di questa nuova tassazione sulle scommesse.” Per tutti questi motivi, molti lavoratori sono arrivati alla conclusione che possa essere utile la formazione di un movimento che tuteli i loro diritti come afferma Biagio M.: “Creiamo un partito politico per tutelarci. Facciamo uscire fuori la verità sul nostro conto.” ac/AGIMEG