“Chi pensa che basterebbe spostare in periferia o a 500 metri (dai punti sensibili) i centri scommesse per “guarire” i malati di ludopatia, non ha capito nulla della malattia: non 500 metri ma 5 chilometri il malato di gioco è disposto a fare. Altro è quello che serve e non è certo il metro la soluzione. Anzi il proibizionismo metterebbe queste persone nelle mani della malavita e degli usurai”. Hanno detto in Puglia gli esponenti del gruppo regionale Direzione Italia/Noi con l’Italia Ignazio Zullo, Francesco Ventola, Luigi Manca e Renato Perrini. “Ma il dibattito andato in scena nell’aula del Consiglio regionale pugliese ha avuto un che di surreale, per un verso, e di paradossale per un altro. A un certo punto sembrava che la discussione fosse tra chi fosse pro gioco d’azzardo e contro, mentre la norma in discussione riguardava il gioco legale e i centri scommessi autorizzati dallo Stato e che danno lavoro a tanta gente, di contro una legge regionale approvata cinque anni e fa e che impone ai gestori di mettersi in regola con le distanze entro il 20 dicembre prossimo. Il centrosinistra è arrivato in aula con due proposte separate (non è la prima volta che accade!): una di Abbaterusso-Amati, da noi condivisa e che rimandava a una legge nazionale il riordino della materia, l’altra di Santorsola che, invece, data ai gestori altri sei mesi di tempo per mettersi in regola con la normativa regionale”, hanno aggiunto. “Ognuno ha “giocato” la propria parte con trasparenza e dichiarando la propria posizione lineare. I colleghi del Movimento 5 Stelle, è il caso di dire, hanno “giocato d’azzardo”, mostrando in aula di saper fare meglio della “vecchia politica”: hanno votato l’emendamento Santorsola – facendolo così passare – ma poi non hanno votato il disegno di legge che lo recepiva. Insomma, hanno giocato con la pelle dei poveri malati di ludopatia e con i dipendenti dei centri scommessi. Non una linea politica chiara e riconoscibile: ma un gioco a prendere in giro tutti. Del resto, come hanno dimostrato sull’Ilva e sulla Tap, a questo gioco sono i più bravi!”, hanno concluso. cdn/AGIMEG