Dalla Sardegna all’Emilia Romagna, sequestri di centri scommesse e slot irregolari. Il gioco illegale in Italia vale almeno 4,5 miliardi di euro

Ancora sequestri di slot illegali e centri che raccoglievano scommesse senza autorizzazione: per la Guardia di Finanza il gioco illegale in Italia vale almeno 4,5 miliardi di euro. Solo lo scorso anno sono stati sequestrati 1.263 punti illegali di raccolta scommesse, 534 totem ed altri 860 apparecchi illegali.

Buddusò (OT): sequestrate dalla GdF slot irregolari in un esercizio commerciale, sanzionato il titolare

Stretta contro il gioco irregolare nella provincia di Olbia-Tempio. I finanzieri del Gruppo di Olbia hanno effettuato una verifica all’interno di un esercizio commerciale di Buddusò. Durante l’attività di controllo sono emerse delle irregolarità per gli apparecchi da gioco: la non conformità alle caratteristiche ed alle prescrizioni indicate nel Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza e la mancanza dei titoli autorizzatori. Per questo le slot sono state sequestrate e l’esercente, cui sono state comminate sanzioni per diverse migliaia di euro, è stato segnalato all’Ufficio dei Monopoli di Sassari per gli illeciti amministrativi accertati.

Castellarano (RE): scommesse irregolari e mancato rispetto del distanziometro, sequestrata dai Carabinieri una sala

Pugno duro contro il gioco irregolare nella provincia di Reggio Emilia. Sequestro preventivo, da parte dei Carabinieri, per una sala scommesse di Castellarano. Lo scorso febbraio, durante un’attività di controllo, i militari avevano scoperto che nel locale, privo di licenza e autorizzazioni, i clienti potevano scommettere su incontri sportivi di ogni genere. Il denaro veniva raccolto per conto di una società con sede in Austria, risultata non affiliata ai Monopoli di Stato. Così, era stata subito imposta la chiusura dell’attività e la titolare era stata denunciata per esercizio abusivo del gioco d’azzardo. La sala era stata anche sanzionata dal Comune per il mancato rispetto della distanza dai luoghi sensibili.

Indagini Gdf: il mercato dei punti di scommesse privi di concessione italiana e dei siti illegali .com vale 4,5 miliardi di euro

Oltre 7.900 interventi, con 1.341 casi di irregolarità e 204 indagini di polizia giudiziaria concluse, con un totale di 2.056 violazioni riscontrate e 1.037 persone denunciate. E’ il bilancio del dossier della Guardia di Finanza sul contrasto al gioco illegale e irregolare effettuato su un anno di indagini, il 2018. Le stime della Guardia di Finanza valutano in 4,5 miliardi di euro il volume di giocate raccolte con meccanismi di frode per la maggior parte dei casi avvenuti attraverso punti di gioco privi di concessione italiana e con i siti .com – riporta l’Avvenire -. Delle 204 indagini di polizia giudiziaria concluse, 136 sono state in materia di giochi e 68 di scommesse. Per quanto riguarda i controlli amministrativi, sono stati ispezionati 4.390 esercizi, accertando 913 violazioni che hanno portato alla denuncia di 283 persone ed al sequestro di 1.263 punti illegali di raccolta scommesse, 534 totem ed altri 860 apparecchi illegali. Secondo gli investigatori, si legge nel rapporto riportato dal quotidiano, in alcune regioni del sud Italia ci sono reti criminali che, d’intesa con clan di Cosa Nostra, ‘ndrangheta e cosche pugliesi, raccoglievano gioco con siti .com, attraverso piattaforme di gioco collocate all’estero, avvalendosi di “master”, agenti, sotto-agenti e titolari di punti scommessa che erano invece presenti sul territorio italiano. Secondo la Gdf, i guadagni venivano poi reinvestiti in patrimoni immobiliari e posizioni finanziarie all’estero ed in particolare nel Regno Unito, Romania, Serbia, Svizzera, Austria, Malta, Germania, Lussemburgo, Albania, Isole di Man, Curacao, Saint Lucia, Repubblica delle Seychelles. Il business “attira gli interessi della criminalità organizzata e comune, sia per riciclare e reimpiegare proventi illeciti sia per rafforzare il controllo sul territorio, con ripercussioni nei confronti degli interessi finanziari dello Stato, effetti distorsivi del mercato e danni per la sicurezza economica del Paese”, ha dichiarato all’Avvenire il comandante generale della Guardia di Finanza Giorgio Toschi. Fra i reati contestati, anche evasione fiscale: “sulle 204 indagini effettuate l’anno scorso – ha sottolineato Toschi – sono state individuate basi imponibili sottratte a tassazione per oltre 800 milioni di euro, con un’imposta evasa per oltre 44 milioni di euro”. Nel settore degli apparecchi da intrattenimento, i meccanismi di frode sono stati molti: ad esempio “l’uso di apparecchi con schede di gioco illegali e dotati di un software diverso da quello autorizzato che permette di alterare il funzionamento delle slot, modificando, a discapito degli ignari giocatori, la percentuale delle vincite. Oppure piattaforme di gestione “da remoto” degli apparecchi, ubicate in Stati esteri. In altri casi, è stata rilevata la manomissione di vecchi videogiochi, attivati con un radiocomando o una combinazione di tasti”.