Guarda (cons. Veneto): “Emendamenti della Giunta annullano intento dell’intera normativa sulla prevenzione del Gap, escludono punti gioco esistenti dal distanziometro”

“Oggi avremmo dovuto discutere di un buona legge sul contrasto del gioco patologico, risultato del lavoro della Quinta Commissione e che prende spunto dalla normativa del Piemonte. Si tratta di un tema complicato che ha in sè contraddizioni enormi e degli interessi economici di enorme entità. Le proposte emendative di modifica hanno tra gli obiettivi: sostegno alle amministrazioni locali che si adoperano a contrasto del gioco, valorizzazione del volontariato e prevenzione e nuove generazioni. Ieri invece leggendo gli emendamenti presentati dalla Giunta mi sono cadute le braccia. Uno annulla l’intento dell’intera legge. La proposta esclude i punti di gioco esistenti dalle distanze dai luoghi maggiormente sensibili, come istituti scolastici, ospedali e residenze per anziani. Il problema non sono esclusivamente i nuovi punti di gioco. Questa scelta della Giunta lancia un messaggio politico pericoloso. La politica deve proteggere il cittadino. Rivolgo un appello a voi consiglieri non è tollerabile che lo sforzo fatto dalla V Commissione venga piegato a poche ore dall’approvazione della legge alle lobby dell’azzardo. La strada di questo progetto di legge è percorribile”. E’ quanto ha detto la consigliera Guarda (CpV) durante la discussione in Consiglio Regionale in Veneto del Disegno di legge relativo a: “Norme sulla prevenzione e cura del disturbo da gioco d’azzardo patologico”. “Questo tipo di realtà si inserisce in un contesto socio-economico che ha visto alcuni parametri aumentare in maniera preoccupante. Mi riferisco non solo alla consistenza economica del gioco, ma anche all’incremento del rischio di usura e riciclaggio. Il tema del contrasto del gioco deve essere visto a 360°. Il gioco rientra tra le fonti illecite di denaro della criminalità. Bisogna intervenire con una legge sistemica, che corregga alcune distorsioni”, ha aggiunto il consigliere Pigozzo (PD). “Questo progetto di legge non ci vede favorevoli, non fa nessun passo in avanti nel contrasto al gioco patologico. In più punti fa il favore delle lobby: fa salve le sale esistenti, inoltre l’emendamento previsto nel fascicolo da parte della Giunta è un passo indietro, toglie la previsione delle distanze dei luoghi sensibili. All’articolo 8 si limita l’esercizio del gioco a fino un massimo di 6 ore. Si tratta di uno schiaffo a quei Comuni virtuosi che hanno fatto regolamenti ampliando gli orari di chiusura di questi esercizi. Deve essere inserito un apposito tagliando in tutte le sale in cui vengano indicati riferimenti per avere un supporto di tipo psicologico. Ho fatto un emendamento affinchè i Comuni possano prevedere orari più ampli di chiusura agli esercizi di gioco. Questa cosa di buonsenso dovrebbe vederci tutti uniti”, ha detto il consigliere Baldin (M5S). “Siamo davanti ad un cambio repentino della maggioranza. Questa legge è mutata da come è uscita dalla Commissione ad oggi. Eravamo pronti a votare a favore ad una norma che sarebbe stata un passo in avanti del Veneto. Quando una legge è in Aula gli incontri informali si fanno con tutti i gruppi e non solo con la Commissione senza convocazione. Dobbiamo tutelare l’attività privata, ma quando diventa patologica e ci costringe ad intervenire ho sempre scelto la tutela dei cittadini. Dobbiamo scegliere da che parte stare, io sto con la Legge del Piemonte. Non si può cancellare l’obbligo ai locali esistenti di adeguarsi ai contenuti della legge. Non dobbiamo fare gli interessi delle lobby degli apparecchi da gioco. Tornate al testo originario”, ha continuato il consigliere Ruzzante (GM-LeU). “Le mie perplessità nella discussione nelle Commissioni riguardavano diversi punti. L’articolo 7 viene smontato già dal comma 6. Da noi ci si aspettava qualcosa di più coraggioso. Perciò mi sono astenuta in maniera più collaborativa. Oggi stiamo portando indietro un lavoro durato mesi. Doveva essere una bella legge all’interno di una cornice che sembrava condivisa. Ma alla fine non incide su nulla e lascia tutto tale e quale. Questa rimarrà l’ennesima dichiarazione di intenti”, ha detto il consigliere Bartelle (GM). cdn/AGIMEG