Enada, Ughi (Obiettivo 2016): “Lo Stato vuole combattere il gioco ma non vuole rinunciare ai soldi che porta. Ma perché non si organizza una rivoluzione del settore?”

“Non mi sento di aver fatto un mestiere di serie b, ma di serie a. Perchè abbiamo regolarizzato quello che prima esisteva e non era regolarizzato. Lo Stato non ha inventato nulla, ha soltanto trasformato nel tempo regolamentandolo l’illegale nel legale. Il problema è il processo inverso. I giochi e le scommesse sono vietati al di fuori di quelli consentiti, perchè quelli consentiti sono normati dal regolatore, quindi tramite Adm o le leggi. Lo Stato ci da il diritto di lavorare su un qualcosa che abroga”. E’ quanto ha detto Maurizio Ughi, Predisente di Obiettivo 2016, ad Enada Roma nel corso del convegno organizzato da Agimeg “Ragione & regioni: la politica del gioco divide l’Italia”. “Ci stiamo piangendo addosso, ma qual è la rivoluzione che stiamo proponendo? Ci sono i potentati dei giochi, ma la base, che è quella che fa cassa, che tira su la saracinesca la mattina e la richiude la sera, che prende questa cassa e la da a quelli più grandi che poi la portano allo Stato, che reazione ha? La veduta è univoca, ma perchè non si organizza una rivoluzione del settore? Stiamo vedendo che agli 11/12 miliardi non vogliono e non possono rinunciare. Non ci rinunciano dicendo che ‘l’azzardo è una cosa che va combattuta e regolamentata’, ma non sanno come farlo. Siamo orgogliosi di quello che stiamo facendo, lo vogliamo fare nella maniera giusta. Le regole dovrebbero essere certe e una volta fatte non dovrebbero essere schizzofreniche”, ha concluso. cdn/AGIMEG