Decreto Dignità, Serracchiani (PD): “Stop alla pubblicità del gioco rischia di essere inutile”

L’efficacia del divieto di pubblicità dei giochi contenuto nel Decreto Dignità  “rischia di essere vanificata dall’assenza, evidenziata dalla stessa relazione illustrativa, di una disciplina sovranazionale della materia”. Lo scrivono Debora Serracchiani e altri deputati del PD nella questione pregiudiziale – respinta ieri in Aula alla Camera – al decreto Dignità. Per la deputata PD in sostanza il rischio è che  non si possa applicare il divieto “in caso di manifestazioni estere trasmesse in Italia”, di conseguenza  “l’applicazione in solo ambito nazionale del divieto di pubblicità e sponsorizzazione dei giochi rischia di penalizzare in termini di concorrenza gli operatori nazionali”. Nella pregiudiziale si sostiene anche che tutte “le misure in materia fiscale – e si cita lo stop alla pubblicità in particolare, NdR – presentano evidenti profili di inadeguatezza”.

“Secondo la relazione tecnica del provvedimento gli investimenti pubblicitari e di sponsorizzazione nel settore dei giochi si aggirano complessivamente intorno a 150-200 milioni di euro l’anno” prosegue Serracchiani; “tuttavia nelle stime non si tengono nella dovuta considerazione gli effetti fiscali in termini di minor fatturato prodotto e le potenziali ricadute in termini occupazionali; sempre secondo la relazione tecnica, per il gioco online « la pubblicità e la sponsorizzazione rappresentano l’unico modo per farsi conoscere dai giocatori e per distinguersi dagli operatori illegali » è presumibile quindi che l’applicazione di tali norme possa invece determinare come unico effetto lo spostamento verso il gioco illegale”.

La deputata PD sostiene quindi che una soluzione più efficace sarebbe dare seguito all’intesa che Stato e Regioni hanno raggiunto quasi un anno fa in Conferenza Unificata: “una misura volta a garantire migliori livelli di sicurezza per la tutela della salute, dell’ordine pubblico e della pubblica fede dei giocatori e di prevenire il rischio di accesso dei minori di età è stata introdotta nella precedente legislatura attraverso l’intesa raggiunta il 7 settembre 2017 all’unanimità in Conferenza Stato Regioni e Enti Locali sul riordino del gioco pubblico tra i presidenti delle Regioni e delle Province autonome e il Governo. Tale intesa qualora fosse recepita dal decreto ministeriale consentirebbe la riduzione delle macchine da gioco con la sostituzione dell’infrastruttura con nuovi modelli collegati al sistema da remoto per un maggior controllo sul gioco”. lp/AGIMEG