Distanze, Consiglio di Stato: Sì ai bancomat nella lista dei luoghi sensibili. Tardivo il ricorso contro Belluno

Il Consiglio di Stato restituisce piane forza al distanziometro di Belluno (in primo grado il Tar aveva depennato i bancomat dalla lista dei luoghi sensibili, adesso però i giudici di appello affermano che quel ricorso è stato intentato tardivamente), ma conferma anche che la scelta di includere i bancomat nella lista dei luoghi sensibili è perfettamente legittima.

La vicenda ha inizio nel 2017 quando un operatore chiede al Comune se sia possibile aprire una sala vlt in dei locali specifici, e ricevuto parere positivo, presenta quindi istanza e ottiene i permessi edilizi. Terminati i lavori, chiede la licenza di pubblica sicurezza, ma a quel punto interviene la Questura e nega il rilascio della licenza di pubblica sicurezza osservando che la sala si trova a meno di 300 metri da un bancomat, e quindi non è in regola con le distanze. La sala impugna la nota della Questura e il regolamento, e in primo grado ottiene ragione: i giudici affermano infatti che sia illegittimo includere anche i bancomat nella lista dei luoghi sensibili, e li cancellano dall’elenco.

In appello tuttavia il Comune fa leva sul fatto che il ricorso sia tardivo – tesi comunque già sostenuta in primo grado – in sostanza la sala avrebbe dovuto impugnare immediatamente il regolamento comunale, invece di attendere la nota della Questura. Una tesi che aveva già fatto breccia nell’udienza in camera di consiglio – Palazzo Spada ha infatti sospeso la sentenza di primo grado a inizio anno  – adesso nella sentenza di merito i giudici confermano che la sala avrebbe dovuto impugnare immediatamente il regolamento, visto che contiene “previsioni destinate ad una immediata applicazione e quindi, come tali, capaci di produrre un immediato effetto lesivo nella sfera giuridica dei destinatari”.

Già questo basta per ribaltare la sentenza di primo grado e riportare in vita tutte le misure originarie del distanziometro. Ma il Consiglio di Stato va oltre e ricorda che sia la Corte di Giustizia Europea, sia la Corte Costituzionale hanno riconosciuto la legittimità di tutte quelle misure che puntano a limitare la dipendenza da gioco. La Corte Costituzionale, in particolare, ha affrontato il caso di un distanziometro e di una lista dei luoghi sensibili particolarmente estesa. E in sostanza – riassume il Consiglio di Stato – ha legittimato “le scelte regionali di ampliare il numero dei luoghi sensibili, includendovi persino luoghi adibiti ad attività operative nei confronti del pubblico che si configurano altresì come luoghi di aggregazione, in cui possono transitare soggetti in difficoltà”. lp/AGIMEG