Cassazione, Sezioni Unite: “In caso di appropriazione del PREU slot, la condotta del gestore integra il reato di peculato”

“In caso di appropriazione del denaro incassato, la condotta del gestore integra il reato di peculato”. E’ quanto si legge nelle motivazioni della Corte di Cassazione, chiamata a dirimere un contrasto tra diverse interpretazioni della Corte sul caso di un gestore che non aveva versato il Preu. Le Sezioni Unite hanno sottolineato come un gestore, a differenza del concessionario, “non riveste in proprio il ruolo di agente contabile”, ma la convenzione di concessione gli impone di esercitare, per conto dei concessionari, “anche attività proprie del pubblico servizio”. Il gestore “svolge la sua attività in autonomia, senza il controllo diretto del concessionario” e ha l’onere della “verifica della funzionalità della rete telematica con obblighi di segnalazione di anomalie, risultando già solo per questo avere un ruolo determinante nel profilo che qualifica l’attività data in concessione quale pubblico servizio”. I gestori devono avere “obblighi di controllo, offerta di garanzie, tracciabilità (…) fondamentali per la verifica dei corretti flussi finanziari per la prevenzione dell’inserimento di fenomeni criminali, anche di riciclaggio”. “In definitiva – concludono le Sezioni Unite della Cassazione – la condotta del gestore (cui, si rammenta, va equiparato l’esercente) di appropriazione degli incassi degli apparecchi da gioco, in quanto denaro “altrui” del quale ha il possesso per ragione del suo ufficio di incaricato di pubblico servizio, è quindi correttamente qualificata come peculato”. lp/AGIMEG