Taylor (autority Regno Unito per la pubblicità) ad Agimeg: “Se il gioco è legale è legale anche pubblicizzarlo. Puntiamo su pubblicità responsabile”

dai nostri inviati a Londra – “Noi abbiamo un approccio diverso rispetto all’Italia: il gioco nel Regno Unito è legale ed è legale quindi anche la pubblicità”. Così Andrew Taylor, policy executive della Autorità britannica per la pubblicità (Advertising Standards Authority) intervistato da Agimeg all’Ice di Londra. “Il nostro problema è di tutelare soprattutto i minori, ai quali il gioco d’azzardo è vietato e per i quali una pubblicità sarebbe dannosa. Ma per fare questo abbiamo dato delle regole molto precise basate su due principi: la pubblicità del gioco deve essere una pubblicità responsabile e non deve essere diretta ai bambini”. Ma questo finirebbe con il vietare la pubblicità durante le partite sportive?. “No, certo che no. Lo sport in tv lo vedono soprattutto gli adulti, per l’80-90%. Possono anche esserci dei bambini davanti alla tv ma quel programma è rivolto agli adulti e la pubblicità parla il linguaggio degli adulti. Noi impediamo di fare pubblicità sui media che sono espressamente rivolti ai più piccoli, tv o carta stampata. E comunque, tutta la pubblicità di gaming dev’essere una pubblicità responsabile, quindi adottare le cautele che evitino di spingere agli eccessi. Anche per gli adulti”.
Ma c’è un’opinione pubblica che vedrebbe di buon occhio un divieto assoluto della pubblicità? I politici italiani ritengono di raccogliere consenso con questa iniziativa, nonostante oltre il 50% degli italiani giochi almeno una volta all’anno. “Non abbiamo dati precisi ma il popolo britannico è un popolo di giocatori e il gioco è legale: oltre il 40% dei britannici gioca. Parliamo di gioco abituale, non di una o due volte all’anno. Non c’è ragione per volere vietare la pubblicità”. lp/AGIMEG