Cuneo, titolare sala slot multato da GDF ad Agimeg: “Cortocircuito normativo tra legge nazionale e legge regionale ci è costato 36mila euro. In Piemonte ucciso gioco legale, non restano che Totem e apparecchi illegali”. Ecco VERBALE e FOTO SALA

“Da giovedì scorso la sala è chiusa, abbiamo i sigilli agli apparecchi. Ci siamo attivati subito per un’istanza di dissequestro, ma al momento è tutto fermo. Oltre alla multa da 36 mila euro, continuiamo a perdere denaro con gli apparecchi fermi. Capisco la lotta alla ludopatia, ma noi abbiamo seguito quanto ci è stato detto da Comune e Provincia, abbiamo tutte le autorizzazioni, ma nonostante questo stiamo vivendo una situazione assurda”. E’ quanto racconta ad Agimeg Luca Paschetta, titolare di una sala giochi di Revello, in provincia di Cuneo, chiusa la scorsa settimana a seguito di un controllo della Guardia di Finanza, che ha riscontrato irregolarità nelle vetrofanie. “Abbiamo chiesto l’autorizzazione al Comune prima di aprire questa sala, poi anche alla Provincia in quanto il locale dà sulla strada provinciale. E’ stato fatto un sopralluogo, ci è stato dato il nulla osta per le vetrofanie, abbiamo pagato una tassa di 800 euro. Successivamente abbiamo ricevuto anche l’autorizzazione da parte dei Monopoli di Stato per poter raccogliere gioco, ma dopo appena due settimane sono arrivati i finanzieri che ci hanno contestato la violazione della legge regionale del Piemonte, in quanto abbiamo posto due pannelli a un metro dalle vetrine della sala che oscurano la visuale, mentre da regolamento chi passa sulla strada deve poter vedere cosa sta succedendo all’interno. Tuttavia la legge nazionale dice esattamente il contrario, ovvero che non si debbano vedere gli apparecchi all’interno della sala, proprio per prevenire la ludopatia, E’ un cortocircuito legislativo che ci è costato 36 mila euro, 2 mila euro per ciascuno dei 18 apparecchi installati. Una cosa del genere non è possibile – ha detto ancora Paschetta – serve un quadro normativo unico per evitare che si verifichino queste situazioni. Nonostante avessimo tutte le autorizzazioni, siamo stati multati. Le macchine erano assolutamente in regola, ci sono state contestate le vetrofanie, ma la sanzione a mio giudizio è sproporzionata. Se per paradosso avessi avuto 18 apparecchi illegali, avrei pagato la stessa sanzione, così come se la mia sala fosse stata accanto a un luogo definito sensibile”. Quello che il titolare contesta sono anche i limiti orari, non univoci nella zona. “Prima che mi venisse chiusa la sala, noi potevamo raccogliere gioco solamente dalle 14 alle 23, mentre nei Comuni limitrofi la fascia oraria di accensione apparecchi era dalle 12 alle 24. Si pensa di combattere la ludopatia in questo modo? Perché in Regione ogni Comune ha orari differenti? La ludopatia non si risolve così, viceversa così si uccide il settore. La Legge regionale ha distrutto il comparto del gioco legale, ora non restano che totem e apparecchi illegali. Io non ho mai voluto fare il furbo – ha concluso Paschetta – quando ho aperto ho chiesto a Comune e Provincia cosa andava fatto per poter avere i nulla osta. Non posso essere responsabile del cortocircuito tra legge nazionale e legge regionale. Mi auguro che l’istanza di dissequestro possa trovare accoglimento, sto vivendo una situazione paradossale e, come me, possono essere moltissimi gli esercenti in tutta Italia che, pur rispettando le regole, rischiano di essere sanzionati”. cr/AGIMEG