Sardegna, Consiglio regionale rinvia Legge sul gioco in Commissione Sanità

Il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato (presenti 38, sì 32, no 6) il passaggio agli articoli del Testo Unificato “Disposizioni in materia di disturbo da gioco d’azzardo”, approvato all’unanimità dalla commissione Sanità il 27 novembre 2018. Giunti all’esame dell’articolo 10, la discussione della legge, al termine della seduta, è stata rinviata in commissione Sanità. Nel corso della mattinata, è stato approvato l’emendamento che chiede l’istituzione di un fondo per gli enti locali per il contrasto al Gap. Per Emilio Usula (Misto) “è doveroso che la Regione intervenga per proporre misure di contrasto al Gap” mentre per Francesco Agus, firmatario di una delle proposte di legge presentate nel corso della legislatura, “la Commissione ha fatto un buon lavoro di sintesi delle proposte fatte, e credo che oggi sia fondamentale intervenire in materia, senza fare questioni di centimetri con il distanziometro. Ben venga il logo Slot free per premiare chi non installa apparecchi di gioco, ma non sono state inserire disposizioni sulla formazione degli operatori dei locali con offerta di gioco. Non ci sono inoltre disposizioni sull’Irap mentre andrebbero pensati incentivi per chi sceglie di rinunciare alle slot”. L’assessore alla sanità e all’assistenza sociale, Luigi Benedetto Arru, ha sottolineato la necessità di dare una “risposta socio sanitaria al problema, rafforzando l’osservatorio epidemiologico regionale, non creandone uno nuovo solo per il Gap”. Secondo Oscar Salvatore Giuseppe Cherchi (Forza Italia Sardegna) “va accresciuta la conoscenza del fenomeno, non imposti limiti, che creano difficoltà alle attività di gioco regolari, con un distanziometro inefficace”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Roberto Deriu (PD): “Mi pare una legge che ha un impianto proibizionista, e un tale tipo di impianto non è mai efficace”. Per Antonio Gaia (Cristiano Popolari Socialisti), segretario del Consiglio, “è una proposta riduttiva che non affronta la problematica” in considerazione del fatto che il Governo dovrebbe regolamentare la materia e inoltre “non viene affrontato il problema di chi si sposta da un paese all’altro per giocare, e di chi ha investito nel settore, che conta 3500 addetti”. lp/AGIMEG