Pastorino (STS) a Agimeg: “Politici vogliono rimettere in discussione la legge Piemonte. A breve incontreremo tutti i capigruppo”

Si apre un fronte per rimettere in discussione la legge sul gioco della Regione Piemonte dopo il convegno organizzato dalla Federazione Italiana Tabaccai e dal Sindacato Totoricevitori Sportivi “Molti politici sia di centro-destra che di centro-sinistra hanno ammesso che era il caso di riaprire la discussione” spiega a Agimeg Giorgio Pastorino, presidente di STS. “Abbiamo dimostrato che i benefici per la tutela della salute non sono affatto certi, mentre il risultato certo è di mettere in crisi migliaia di aziende”.

Cos’è successo dopo il convegno e dopo che siete andati a manifestare sotto il palazzo della Regione?

Abbiamo avuto un incontro con l’ufficio di presidenza del Governatore. C’era il vice di Chiamparino, il suo capo di Gabinetto, e alcuni Consiglieri che hanno avuto un ruolo attivo nell’approvazione della legge. Il Governatore e la Giunta, però, possono solo chiedere al Consiglio Regionale di rivedere la legge, ma la decisione spetta a quest’ultimo. Anche perché la legge è stata approvata all’unanimità, o quasi. Ci hanno consigliato quindi di incontrare tutti i capigruppo. Una volta passate le elezioni cercheremo di incontrarli al più presto.

Perché dovrebbero cambiare idea?

Abbiamo fatto emergere una serie di elementi che non erano noti, quando la legge è stata votata. I politici che abbiamo incontrato finora si sono resi conto che le aziende non si possono spostare con tanta facilità per rispettare i distanziometri. I tabaccai sono obbligati a rispettare ad esempio le distanze dalle altre rivendite, e quindi non possono trasferirsi con tanta facilità. Inoltre, siamo riusciti a mettere in evidenza che i numeri del gioco sono di molto inferiori a quanto si pensi. E che i distanziometri in molti Comuni non solo non funzionano, ma sono anche deleteri: spostano il gioco in periferia, e favoriscono l’illegale. C’è uno studio poi che dimostra che l’interruzione oraria alimenta la ludopatia, invece che curarla. E ancora, il rapporto Nomisma ha dimostrato che le preoccupazioni degli italiani sono altre, le tasse, il lavoro, e così via; solo il 2% chiede di intervenire sul gioco.

Che risultati ha prodotto finora la legge del Piemonte?

E’ troppo presto per dirlo con certezza. Sicuramente il gioco sta calando, ma una parte viene recuperata dalle sale rimaste aperte: ci sono una serie di articoli e servizi che dimostrano come la gente faccia la fila per giocare alle macchinette. Poi, chi può, raggiunge le tabaccherie di altre Regioni. O ancora, c’è chi sta iniziando a giocare alle Vlt, quindi con prodotti più aggressivi. A fine 2017, i Monopoli comunque avevano stimato che solo di Preu si sarebbero persi 240 milioni di euro.

Le tabaccherie si sono uniformate tutte al divieto?

Direi che le hanno fatto  praticamente adeguate tutte, anche perché su questo FIT e STS sono stati molto fermi. Ma il quadro è molto frastagliato: ci sono però alcuni Comuni che di propria iniziativa hanno deciso di non applicare le norme regionali: magari hanno poche attività e hanno preferito non metterle a rischio. Inoltre, c’è un la paura che togliendo completamente le slot, i negozi si riempiano di totem.

Comunque chi istalla un totem rischierà una sanzione più alta di chi non toglie le slot…

E’ il solito problema: alcuni esercizi hanno ottenuto delle sentenze favorevoli, e quindi tra sequestri, ricorsi, appelli c’è la possibilità di trovare delle scappatoie. Ma anche di questo i politici regionali si sono resi conto. gr/AGIMEG