Ludopatia: Dipartimento Politiche Antidroga. “Difficile ad oggi quantificare correttamente il problema”

Il tema ludopatia ha suscitato molte e diversificate reazioni sia in ambito politico sia sociale e destato grande interesse in molti gruppi e settori della sanità non ultimo per le problematiche secondarie correlate e le negative conseguenze economico-finanziarie che sono state rilevate su vari gruppi familiari coinvolti i questo problema. Ad oggi tuttavia non esistono studi e dati epidemiologici accreditati in grado di quantificare correttamente il problema, sia nella dimensione che nella diffusione ed eventuali trend di evoluzione. E’ quanto si legge nel Rapporto sulle dipendenze in Italia presentato ieri al Parlamento dal Dipartimento Politiche Antidroga. Il Dipartimento Politiche Antidroga a questo proposito – si legge ancora – ha provveduto a studiare e realizzare un flusso di dati aggregati, che permetterà di stimare meglio questa realtà complessa che mostra segnali evidenti di un fenomeno socio-sanitario rilevante e non trascurabile o minimizzabile. Nell’ambito dello studio la prevalenza del gioco d’azzardo patologico e’ stata stimata tramite la somministrazione della versione italiana validata del questionario South Oaks Gambling Screen – Revised for Adolescents (SOGSRA). Tale strumento consente di individuare i giocatori d’azzardo sociali (considerano il gioco come una buona occasione per socializzare e condivide con altri divertimento, fantasie e aspettative non sproporzionate, tenendo distinti i comportamenti di rischio dai valori della vita), i giocatori d’azzardo problematici (pur non essendo ancora arrivati alla vera e propria patologia, hanno gia cominciato a separarsi da un atteggiamento prudente nei confronti del gioco) ed i giocatori d’azzardo problematici (hanno sostituito alla dimensione magica e ludica una dimensione di dipendenza dove i pensieri, le priorita e i valori confluiscono e si fondono nella ripetizione compulsiva della giocata). Utilizzando tale scala di misura, è stato possibile identificare all’interno della popolazione scolastica di 15-19 anni, una quota di giocatori sociali pari al 6,0% degli intervistati, una quota di giocatori problematici (4,2%) ed una quota di giocatori patologici (3,7%). Il numero sei soggetti in trattamento per gioco patologico è aumentato rispetto allo scorso anno, particolarmente laddove le regioni hanno erogato ‘ticket’ alle aziende sanitarie per finanziare interventi di questo tipo. Altre invece non hanno ritenuto di comunicare i dati.  rg/AGIMEG