Legge gioco Emilia-Romagna, Campanella (Com. Donne in Gioco): “Positivo l’incontro con la Regione. Abbiamo chiesto una moratoria di 12 mesi per permettere alle attività di ricollocarsi”

“Siamo venute qui sotto il Consiglio dell’Emilia per richiedere sulla moratoria basata sulla chiusura di 13 mesi imposta dal lockdown. Quindi, come detto, chiediamo una moratoria di 12 mesi almeno per le sale che devono ancora ricevere la lettera dai Comuni per avere il tempo adeguato per potersi ricollocare, cosa che non è stata possibile in questo frangente. Oltre agli effettivi espulsivi del distanziometro, c’era anche il problema del dover rimanere chiusi in casa. Si chiede un atto di buon senso e di umanità, per quella che è la salvaguardia dell’occupazione e del presidio di legalità, socialità e intrattenimento che siamo. Noi siamo state ricevute dal dottor Gianmaria Manghi (Capo Gabinetto della Segreteria di Presidenza)”. E’ quanto ha affermato durante la diretta di Agimeg condotta dal direttore Fabio Felici la presidente del Comitato delle Donne in Gioco, Antonia Campanella, che faceva parte della delegazione ricevuta dalla Regione Emilia-Romagna. “Siamo molto soddisfatte e abbiamo presentato tutte le nostre richieste e le abbiamo ampliamente discusse e approfondite. Abbiamo fatto presente la discriminazione che sentiamo nei nostri confronti anche attraverso la mancanza dei ristori regionali. Abbiamo trovato un’apertura e c’è stato l’impegno di prendere davvero in considerazione la nostra proposta della moratoria e ne parleranno nella Giunta. Non avrebbe alcun senso fare la moratoria tra 6 mesi, poiché la pandemia è adesso e gli effetti si sentono adesso. La ripresa è difficile per tutta l’economia nazionale e oggi più che mai si deve salvaguardare l’occupazione. Tutto questo non porta beneficio a nessuno, dare un anno in più alle sale riorganizzarsi anche in virtù del riordino preannunciato dall’ADM. Ne esco fiduciosa poiché abbiamo riscontrato voglia di ascoltarci e ci riaggiorneremo ai prossimi giorni. La nostra richiesta non è stata accolta solo dal Segretario, ma anche da diversi consiglieri di Lega, PD e Fratelli d’Italia che sono scesi al nostro presidio e hanno ascoltato la nostra istanza e l’hanno reputata una richiesta equa e giusta. Da questo incontro ne esco davvero speranzosa. Mi auguro che il settore sia sempre più unito poiché solo così ne possiamo uscire. Questa è la chiave fondamentale: solo uniti possiamo uscirne vincenti. Personalmente, per le mie amiche, sorelle e colleghe, qualora fossi chiamata per difendere i diritti, sarò sempre presente. Qui c’è davvero un brutto contesto, raccontarlo non basta bisogna vederlo con i propri occhi. Ci sono dei veri e propri abusi e soprusi di potere ingiustificati. Di colpo qui ti trovi senza lavoro, senza futuro e pieno di debiti. Non si può giocare con la vita umana. Nelle nostre attività ci sono delle persone e delle famiglie che non possono essere trattate in questo modo solo per aver investito nelle concessioni di monopolio di Stato. Abbiamo subito 13 mesi di chiusura mentre tutto il resto del mondo va avanti. Più subiamo tali atteggiamenti più la nostra rabbia cresce. E’ inaccettabile dover subire di tutto nella vita”. ac/AGIMEG