Giochi, Stabilità: il settore dei giochi in discussione in Aula

La Stabilità è sbarcata in Aula al Senato ed è cominciata la discussione della legge. Nel corso del pomeriggio, il senatore Panizza (gruppo Aut (Svp, Uv, Patt, Upt)-Psi-Maie), tra gli altri, ha spiegato alcuni passaggi delle norme: “Ci sono misure significative a favore delle imprese, la rimodulazione dell’IRAP, le esenzioni per le piccole e le piccolissime aziende, la conferma delle detrazioni fiscali in ambito edilizio e per favorire il risparmio energetico, il sostegno per i giovani agricoltori, le misure a tutela della natalità e delle famiglie numerose, così come quelle per favorire la competitività di un settore quale l’autotrasporto o quelle per fronteggiare le patologie connesse al gioco d’azzardo o, infine, per alcune categorie come i ciechi, i malati di epatite C o le vittime dell’amianto”. Intervenuto anche il senatore Endrizzi (M5S), ricordando che “il Partito Democratico, in questa legge di stabilità, allunga la lista degli odiosi condoni al gioco d’azzardo. Dopo quello di Letta alle slot machine, arriva quello di Renzi alle sale scommesse che lavorano in nero. Sono condoni doppiamente odiosi, perché mortificano una volta ancora gli onesti e perché vanno a vantaggio dei migliori soci della politica, le lobby del gioco d’azzardo, che impoveriscono le famiglie e finanziano i partiti. Ne è responsabile il Partito Democratico, perché è il Governo a presentare l’emendamento e la delega ai giochi d’azzardo è attribuita al sottosegretario Baretta, veneto, cattolico e, appunto, del PD.

Cosa ci propone di preciso? I soggetti che raccolgono scommesse collegandosi con bookmaker esteri, che hanno esercitato fin qui senza licenza italiana e scollegati dal sistema di rilevamento dei Monopoli, possono mettersi in regola fino al 2016 anticipando 10.000 euro, che poi si scaleranno appena iniziano a pagare le tasse. E per il passato? Per gli anni non più soggetti ad accertamento, chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto. Per le ultime annualità, invece, possono saldare il dovuto con lo sconto del 33 per cento, senza pagare sanzioni ed interessi. Andiamolo a dire ai nostri imprenditori tartassati da Equitalia e vediamo cosa succede. Io non so se state scherzando. Il comandante della Guardia di finanza, generale Capolupo, lo ha detto: sono 6.000 i punti scommesse illegali, con un giro di evasione da 2 miliardi, spesso incrociato con la malavita e il riciclaggio di denaro sporco. Non ci venite a dire che in questo modo fate emergere il nero; sapete benissimo chi sono e dove operano. Gli operatori in regola avevano già denunciato la concorrenza sleale e censito 4.000 punti già nel 2012. Altro che condoni, vogliamo norme severissime anticorruzione, contro l’autoriciclaggio e il falso in bilancio.

Che fine ha fatto il disegno di legge del presidente Grasso, anch’egli eletto nelle file del PD? Glielo dico io, signora Presidente. Pare che un accordo privato tra Renzi e Berlusconi preveda un nuovo assetto del Parlamento che ricalca il disegno della P2: una legge elettorale che blindi un’alternanza di Governo tra i due soci del partito unico. Ora emerge anche l’accordo sul nuovo Presidente della Repubblica e, appunto, un freno a mano sull’anticorruzione. Capite cosa succede? Il presidente del Consiglio Matteo Renzi chiede all’Europa margini di manovra su deficit e debito pubblico, mentre il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi frena sull’anticorruzione, l’autoriciclaggio, il conflitto di interessi e il falso in bilancio. Vuole la libertà di caricarci di altri debiti, senza dare garanzie all’Europa e ai cittadini italiani che questo denaro – lo dico a lei, signora Presidente, che conosce bene Roma – sia destinato davvero ad investimenti produttivi e non alla porcilaia che si è scoperta con mafia capitale. Ma la lista del favori al gioco d’azzardo non finisce qui.

Il Governo già si preoccupa del rinnovo della concessione per il lotto, che però scade nel 2016. Che fretta c’è? Forse perché a primavera già si andrà a votare e bisogna mettere al sicuro certi affari. Il Governo scrive che ciò viene fatto per garantire la tutela degli interessi pubblici. Ma sarebbe interesse pubblico aumentare la concorrenza, non restringere il campo alle società che hanno già gestito il settore. Interesse pubblico sarebbe limitare al massimo i facili guadagni dei privati concessionari. Invece al vincitore, oltre alla raccolta delle giocate, si garantisce di poter usare la rete per una quantità di servizi a pagamento; si garantisce un aggio, ovvero il margine di guadagno, del 6 per cento, quando ora è del 3,73 per cento. Perché? Qual è la logica?

Ci ricordiamo ancora quando l’affrettato rinnovo della concessione effettuato nel 2004 causò un danno erariale, proprio perché l’aggio venne inopinatamente applicato al 6 per cento e solo in seguito riportato ad un livello più decoroso.

La Corte dei conti ha accertato che in solo quattro anni si sono persi 600 milioni: qui la base d’asta per tutto il pacchetto, che dura nove anni, è fissata a solo 700 milioni”. rg/AGIMEG