Baretta (Mef) ad Agimeg: “L’esperienza di Governo ha dato una svolta all’approccio dello Stato in tema di gioco. Il nuovo Esecutivo potrà ripartire dall’intesa siglata con Enti locali. No a Governo con M5S”

E’ un bilancio sostanzialmente positivo quello tracciato in un’esclusiva intervista ad Agimeg da Pier Paolo Baretta, sottosegretario con delega ai giochi, che in questi anni ha lavorato a un complesso riordino del settore dei giochi, cercando il punto di equilibrio tra l’esigenza di garantire l’attività economica degli operatori e tutelare la salute pubblica, venendo incontro a una nuova sensibilità sociale del fenomeno gioco. “Lo Stato per un lungo periodo non si è impegnato che non per garantire le entrate erariali provenienti dal gioco, lasciando correre qualsiasi forma di regolazione. Il settore negli ultimi dieci anni è invece esploso, passando da una raccolta di 30 miliardi fino a 90 miliardi di euro – ha detto Baretta -. Contestualmente vi è stata una moltiplicazione dell’offerta di giochi, che comportava la necessità di un riordino, che ha dovuto scontare una conflittualità importante. Da un lato infatti c’è la linea degli operatori del gioco che tende a tutelare il proprio mercato, dall’altro vi è una forte sensibilità sociale cresciuta e testimoniata dall’associazionismo, che spesso ha portato avanti la linea proibizionista, linea che talvolta ha trovato facile sponda negli Enti locali. Quindi da una parte c’è il settore del gioco con i suoi problemi occupazionali, dall’altro Enti locali e associazioni che invece partendo dal problema della salute dei cittadini si sono attestati su una linea rigorosa”.

“Il Governo – ha proseguito Baretta – ha cercato di trovare una linea di equilibrio che tutelasse il cittadino: la questione non era liberalismo o proibizionismo, ma che il gioco diventasse una condizione normale nella vita delle persone. Questa impostazione ci ha portato ad affrontare il tema della riduzione dell’offerta. Abbiamo prodotto un decreto legge che prevede la riduzione del 35% delle slot e che ci ha portato a costruire un accordo con gli Enti locali, siglato in conferenza unificata lo scorso mese di settembre, nel quale l’insieme della materia del gioco trova la sua regolamentazione, sia sulla parte di conferma della riduzione degli apparecchi, sia sulla loro distribuzione sul territorio, che affidiamo agli Enti locali ma con l’obbligo di garantire che l’offerta sia ridotta”.

Ma con il nuovo Governo che verrà a formarsi, l’accordo in Conferenza unificata è a rischio? “La mia impressione è che il nuovo Governo avrebbe interesse a rafforzare l’intesa siglata a settembre, un’intesa che dà equilibrio al rapporto tra dimensione nazionale e dimensione locale nella sua distribuzione. L’intesa potrebbe trovare difficoltà applicative se il tema delle distanze venisse utilizzato indipendentemente dalla dimensione offerta: si avrebbe una sostanziale logica proibizionistica, un punto al quale noi abbiamo dato risposta. Si tratterà di vedere in che misura l’intesa verrà confermata”.

Quali le sfide che andranno affrontate in futuro per regolamentare ulteriormente il settore del gioco? “In primo luogo direi la pubblicità, sulla quale abbiamo già iniziato ponendo alcuni divieti, e credo che vi sia la possibilità di andare avanti. Altro punto è rappresentato dall’online. Per il gioco via internet la regolamentazione non è il problema, infatti c’è ed è molto stringente, il problema è che spesso sfugge al controllo legale, attaccato dall’illegalità. Nel 2017 sono stati oscurati oltre 6mila siti illegali, è una battaglia continua. Ritengo che il recente accordo tra ADM e la Direzione Nazionale Antimafia vada in questa direzione. La strada è tracciata, adesso va irrobustita. L’esperienza del nostro Governo ha dato una svolta netta sull’approccio dello Stato in tema di gioco, su una serie di misure importanti che fuggono da base su cui lavorare in futuro”.

Le elezioni politiche dello scorso 4 marzo hanno decretato la vittoria del Movimento5Stelle e della coalizione di Centrodestra guidata dalla Lega. Ci sono possibilità che il PD si allei con il M5S, dopo le aperture dei giorni scorsi di alcuni rappresentanti della minoranza dem? “Ritengo che allearsi con il M5S sarebbe un tragico errore, una mancanza di rispetto degli elettori, che alle urne hanno costruito due maggioranze antitetiche. Pensare che la maggioranza venga edulcorata è a mio giudizio un errore politico”, ha concluso Baretta. cr/AGIMEG