Decreto Dignità, tra emendamenti di Forza Italia la soppressione dell’articolo sui giochi. Ecco gli emendamenti di Forza Italia e Pd

Sopprimere tutto l’articolo del decreto Dignità che prevede lo stop alla pubblicità dei giochi. Lo chiede con un emendamento l’on. Paolo Zangrillo di Forza Italia. Particolarmente attivo, nello stesso partito, anche Antonio Martino che presenta diverse proposte di modifica sullo stop alla pubblicità. In una serie di emendamenti prevede degli specifici divieti alla pubblicità dei giochi, e detta  quali impegni – anche di carattere economico – i concessionari devono assumersi per assicurare una comunicazione responsabile. Chiede poi che il Mef, di concerto con il MISE, individui, “all’interno delle fasce orarie consentite, la soglia percentuale di spazi disponibili per la pubblicità di giochi con vincita in denaro di cui al comma 1 bis al limite del 30 percento di ogni ora”. Sempre Martino chiede che vengano esonerati dal divieto “i giochi numerici a quota fissa e i giochi numerici a totalizzatore nazionale, le scommesse (…) e qualsiasi ulteriori gioco individuato dall’Adm con proprio decreto da adottarsi entro 30 giorni”. E ancora, il divieto non si applica “alle comunicazioni informative, da parte dei concessionari verso i punti vendita fisici che effettuano la raccolta dei giochi pubblici con vincite in denaro, ai progetti di responsabilità sociale e alla stampa specializzata destinata ai soli operatori di settore, nonché alle insegne di esercizio e ai loghi e marchi che distinguono i giochi all’interno del punto vendita”. Martino presenta poi emendamenti dove dettali quali dovrebbero essere i divieti di pubblicità sul gioco, gli impegni anche economici dei concessionari sulla comunicazione responsabile. Graziano Musella invece chiede che lo stop non si applichi a “giochi numerici a quota fissa e a totalittatore nazionale, (…) le sponsorizzazioni che prevedono il semplice uso del logo (…), le comunicazioni istituzionali dei concessionari (…) i messaggi che abbiano un fine esclusivamente di utilità sociale”. Le campagne pubblicitarie in questo caso devono ottenere il via libera  di Adm e Agcom. Le emittenti invece hanno l’obbligo di trasmettere anche sui siti – campagne di sensibilizzazione sui rischi legati al gioco.

Nel Gruppo del PD, Mauro Del Barba chiede che per i giochi caratterizzati da una bassa ripetitività siano vietate solamente le pubblicità aggressive o ingannevoli. Questa pubblicità “non deve descrivere il gioco come socialmente attraente o approvato da personalità famose o celebrità, lasciando intendere che il gioco contribuisce al successo sociale”. Si continuano a applicare comunque le restrizioni previste dal decreto Balduzzi. Silvia Fregolent presenta diversi emendamenti per inserire delle deroghe al divieto; un emendamento  riguarda i loghi sul gioco sicuro e responsabile dell’Adm; un altro le Case da gioco; e infine “i servizi di gioco di abilità a distanza con vincita in denaro”. Fregolent infine chiede che sia obbligatorio l’uso della tessera sanitaria che venga aumentata la dotazione del fondo per il contrasto al gioco patologico (35 milioni per il 2018, 70 per il 2019 e 35 per il 2020). Maurizio Martina chiede di esentare dal divieto le affissioni. Anna Ascani presenta numerosi emendamenti di carattere tecnico, in uno poi chiede l’adozione della tessera sanitaria. Per Claudio Mancini vanno vietate anche le insegne, mentre per Raffaele Topo lo stop non si deve applicare a internet con l’obiettivo di “preservare la conoscenza dell’offerta di gioco legale online allo scopo di canalizzare la domanda di gioco all’interno del circuito di offerta legale”. lp/AGIMEG