Bozza DEF: sono 19 i ddl collegati alla prossima manovra. Tra questi il riordino del settore dei giochi

Crescita del Pil programmatico fissata al 3,1% (dal precedente 4,7%) e deficit confermato al 5,6%: sono i numeri che compaiono nella bozza del Def. “Partendo da una stima Istat di crescita del Pil reale nel 2021 più elevata di quanto previsto a settembre nella Nota di Aggiornamento del Def (Nadef), 6,6 per cento contro 6,0 per cento – si legge nella bozza del documento riportata dall’Ansa – la previsione tendenziale per il 2022 scende al 2,9 per cento, dal 4,7 per cento della Nadef, sebbene il profilo trimestrale del PIL nel 2021crei un effetto di trascinamento del 2,3 per cento su quest’anno”. Negli anni successivi si registrerà un progressivo rallentamento del ritmo di crescita: il Pil si attesterà al 2,4% nel 2023 all’1,8% nel 2024 e all’1,5% nel 2025.

Sono 19 i ddl collegati alla prossima manovra. Nell’elenco spunta un ddl di delega per “l’aggiornamento della fascia anagrafica di riferimento delle politiche giovanili nonché misure per la promozione dell’autonomia e dell’emancipazione dei giovani”. Tra gli altri provvedimenti collegati ci sono la riforma del fisco, la concorrenza, le misure sull’attuazione dell’autonomia differenziata e il riordino del settore dei giochi.

Il Def prevede una contrazione del Pil italiano dello 0,5 per cento nel primo trimestre di quest’anno, “attribuibile principalmente a una contrazione del valore aggiunto dell’industria”. Per il secondo trimestre si prevede “una moderata ripresa della crescita trimestrale del Pil, trainata principalmente dai servizi”. Ammontano a circa 5 miliardi le risorse a disposizione per garantire nuovi aiuti all’economia.

Debito che prosegue nel suo percorso di riduzione nei prossimi anni: nello scenario programmatico indicato nella bozza del Def, infatti, il debito viene rivisto leggermente al rialzo nel 2021, al 150,8%, per effetto della revisione del Pil nominale effettuata dall’Istat. Per quest’anno è previsto poi in calo di 4 punti, al 146,8%, per scendere al 145% nel 2023, al 143,2% nel 2024 e al 141,2% nel 2025.

Il nuovo decreto con gli aiuti all’economia, da finalizzare ad aprile avrà un impatto sul Pil di 0,2 punti nel 2022 e 0,1 nel 2023 e per prima cosa ripristinerà i 4,5 miliardi usati nel dl bollette. Indicati anche altri “quattro ordini di interventi” a cui destinare i restanti “5 miliardi”: contenimento dei prezzi di carburanti ed energia, aumento dei fondi per “coprire l’incremento dei prezzi delle opere pubbliche”; aumento dei fonti “per le garanzie sul credito”, altre misure “per assistere i profughi ucraini e per alleviare l’impatto economico del conflitto sulle aziende italiane”. cdn/AGIMEG