Baretta (MEF): “Ridurremmo l’offerta di gioco, tenendo conto delle esigenze di regioni e comuni. Al momento no a nuovi casinò. L’ippica ha grandi potenzialità da salvaguardare e prendere a modello”

Nel numero di oggi di Affari&Finanza, l’inserto economico di Repubblica, nuovo importante focus sul mercato del gioco. Il tema che fa da filo conduttore allo speciale è quello del gioco illegale, con dati e grafici a cura di Agimeg. In particolare va evidenziata l’intervista al sottosegretario al Ministero dell’Economia Pier Paolo Baretta. Sul tema della mancata approvazione, a  giugno scorso, della delega sul gioco Baretta ha spiegato che: “Eravamo vicini all’approvazione, ma quel lavoro non è andato perso. Le discussioni che erano state sintetizzate dalla delega sul gioco sono state portate avanti anche dopo. Sono convinto che tutte le soluzioni che il governo promuoverà in questo settore tanto delicato, daranno dei risultati proprio grazie a quel lavoro preparatorio”. Ed il sottosegretario è anche intervenuto anche sull’attuale situazione in tema di offerta di gioco: “Sento dire che sia finito fuori controllo, ma non sono d’accordo. Penso sia più corretto parlare di eccessiva offerta. Parliamo di un’industria complessa, che vive costantemente in guerra con la criminalità, con forme di illegalità che aggrediscono i singoli giochi e che vanno costantemente combattute. Abbiamo un dialogo costante con gli operatori e conosciamo bene le esigenze dell’Erario: il  nostro compito oggi è quello di fornire regole certe che non lascino spazio a zone d’ombra per consentire anche a chi vuole investire di sapere esattamente cosa aspettarsi dall’Italia nel caso in cui decida di mettere piede nell’industria del gioco”. Ed ovviamente nell’intervista del giornalista di Repubblica Gianluca Moresco si è toccato anche il problema degli enti locali e della distribuzione delle Awp: “il nostro lavoro va in una direzione precisa ed è quella dell’armonizzazione del gioco sul territorio – ha spiegato Baretta –  l’idea è quella di fornire dei punti di riferimento precisi per ogni regione, per ogni comune. A seconda del numero di residenti può corrispondere un certo tipo di offerta di gioco, già questo tipo di soluzione fornirebbe dei parametri che allineerebbero le singole realtà. Per quanto riguarda gli apparecchi da intrattenimento la strada tracciata porta a una riduzione di circa 80-100mila apparecchi. Una riduzione a cui seguirebbe anche una regolamentazione del modo in cui distribuire gli apparecchi sul territorio. Uno degli aspetti sui quali si è ragionato riguarda il posizionamento delle stesse macchine che in futuro dovranno rispettare una distanza di sette metri uno dall’altro. Discorso a parte quello delle Awp, macchinette che progressivamente vedranno esaurirsi l’utilizzo delle schede per assistere a un definitivo allaccio al computer dei Monopoli”. Il sottosegretario all’Economia ha anche escluso che a breve ci possa essere l’apertura di nuovi casinò, ma questo non impedisce che si possa studiare un nuovo modello di distribuzione delle case da gioco. E anche quello della pubblicità è un segmento da trattare con cautela: “All’estero non sono previsti limiti, ma in Italia credo si sia ecceduto. Parlando con gli operatori non ho avuto l’impressione che vivano il divieto o la riduzione della pubblicità sui loro prodotti come elemento preoccupante per lo sviluppo delle aziende. Ma è anche vero che soprattutto per quel che riguarda l’offerta del gioco via internet, si rischia di lasciare campo libero  a siti non autorizzati che non fanno altro che portare denaro fuori dai confini italiani, lasciando poche garanzie ai giocatori e neanche un euro nelle casse dell’erario”. L’intervista a Baretta si chiude con un intervento sull’ippica: “è un settore intorno al quale gravitano circa cinquantamila famiglie e che attualmente versa in una crisi gravissima. E’ necessario non solo rivitalizzare l’intero settore, guardando a un paese come la Francia dove l’ippica funziona. Ma bisogna pensare anche che l’ippica rappresenta un po’ il cuore del gioco nel senso più ampio del termine. Quando parliamo di industria del gaming siamo abituati a ragionare in termini numerici, di incassi, di percentuali riferite alle entrate erariali, ma credo si perda di vista la necessità di lasciare al gioco anche la parte ludica, divertente spettacolare. E in questo senso l’ippica rappresenta un segmento con grandi potenzialità all’interno dell’industria stessa del gioco”. lp/AGIMEG