Poker online, liquidità internazionale. Rischio di incompatibilità tra il prelievo erariale francese e quello italiano

È stato approvato, in via definitiva, dal Senato francese il progetto di legge che permette agli operatori di poker online di sfruttare la liquidità internazionale. Il disegno di legge mira a consentire all’Autorità di regolamentazione dei giochi online di autorizzare un operatore, titolare dell’autorizzazione per i “jeux de cercle” online, a proporre ai giocatori in possesso di un conto valido iscritti sul sito, oggetto dell’autorizzazione, di partecipare ai “jeux de cercle” con i giocatori iscritti sul sito di un operatore residente in uno Stato membro dell’Unione europea o di uno Stato parte dell’accordo sullo Spazio economico europeo. In una riunione che si è tenuta la scorsa settimana si è parlato per ore della liquidità internazionale e la Francia avrebbe, in linea di massima, convinto i rappresentanti di Italia e Portogallo ad aderire al progetto sulla liquidità condivisa. Anche la Spagna sarebbe orientata a sposare il progetto ma al momento a Madrid non esiste di fatto un governo stabile, e il DGOJ dovrebbe prima essere autorizzato dal Parlamento con una nuova legge. C’è la volontà politica tra Italia e Francia ad andare a braccetto anche nel poker online, ma durante il vertice sono stati ignorati aspetti tecnici non secondari, tutt’altro. Non esiste infatti – riporta Assopoker – alcuna soluzione tecnica centralizzata per poter gestire due o tre sistemi differenti. Come calcolare pot e rake diversi in uno stesso tavolo?
La liquidità internazionale funziona solo quando i sistemi fiscali sono simili. Italia e Francia sono agli antipodi. Nel nostro paese si applica una tassazione nel cash game online che è pari al 20% del rake lordo. La Spagna del 25%, ma il problema è che il prelievo fiscale francese viene calcolato non sul rake, bensì sul piatto ed è sproporzionato, folle: l’aliquota è del 2%. Uno studio ha evidenziato che la media si assesterebbe a circa al 60% del rake (+40% rispetto al nostro). Non a caso solo 2 operatori su 9 sono in attivo e 7 in perdita nell’esagono. Se calcoliamo anche le spese marketing e di gestione, è difficile immaginare che PokerStars.fr e Winamax siano in attivo. I dati degli ultimi 6 anni dimostrano che il mercato francese è un business solo per lo Stato ma penalizza giocatori (rake altissima) e operatori.
Di fatto quindi, serve armonizzare il sistema. Come detto, l’alternativa è solo una: o la Francia si adegua (ipotesi quasi del tutto irrealistica) al sistema fiscale italiano (prelievo del 20% sul rake lordo) o le nostre piattaforme devono applicare la folle tassazione adottata a Parigi e dintorni: il 2% sul pot va allo stato francese in questo momento. Cosa significa? Triplicare la pressione fiscale nel cash game italiano, mercato in crisi da almeno 4 anni. Di fatto, vorrebbe dire aumentare in maniera verticale la rake e chiudere i battenti nel giro di un anno e mezzo, nella migliore delle ipotesi. lp/AGIMEG