La liquidità internazionale nel poker online torna prepotentemente sulla scena delle discussioni politiche in tema di gioco pubblico. E’ un momento importante per il settore in Italia, con il riordino che sta vedendo la luce in Parlamento e allora anche il segmento del poker online fa sentire la propria voce con una proposta vantaggiosa sotto molti punti di vista.
La liquidità internazionale consentirebbe infatti di aprire i tornei di poker online anche a giocatori stranieri e non più solo ai residenti in Italia. Superare i confini nazionali per allargare la platea e di conseguenza anche il volume d’affari intorno a queste competizioni, porterebbe dei concreti vantaggi anche per le casse dello Stato.
Lo evidenziano benissimo anche i dati e i numeri in mano agli operatori. La differenza tra 300 milioni di euro di potenziale (con liquidità internazionale) e la stima attuale di 175 milioni euro (senza di essa) vale 125 milioni euro di imponibile aggiuntivo che, con la tassazione corrente, equivalgono a circa 30 milioni di euro l’anno di nuove entrate per lo Stato (stima Cuiprodest). Una cifra considerevole alla quale avrebbe poco senso rinunciare.
Non è un caso che all’estero tanti altri paesi abbiano aperto, già da anni, le porte alla liquidità internazionale: parliamo di Olanda, Svezia, Svizzera, Belgio, Regno Unito, Francia e Danimarca, non certo giurisdizioni poco stringenti e disattente alle tematiche economiche e sociali. Anzi, tutti paesi europei e dalle normative solide e all’avanguardia. A maggior ragione, gli addetti ai lavori non capiscono perché invece l’Italia abbia deciso di restare ai margini senza cogliere queste interessanti opportunità.
Proprio questi paesi esteri hanno sin da subito beneficiato della liquidità internazionale. In Francia ad esempio, nel 2018, con l’avvento della liquidità internazionale si era registrato un aumento dei giocatori in pochi mesi dell’8%. Sempre nel 2018 anche Spagna e Portogallo avevano risposto con positività all’introduzione di questo nuovo segmento. Segno che si tratta di una modalità di offerta che mancava e richiesta dal mercato.
E al di là della questione economica, anche i giocatori riceverebbero significativi vantaggi, sempre a tutela della sicurezza e in un contesto di gioco responsabile. Basti pensare che un torneo di poker dura dai 10 minuti ai 3 giorni e l’unica spesa del giocatore è quella di iscrizione (la media italiana è circa 5 euro). Con la stessa spesa, alle slot machine si gioca appena tre minuti.
Il tutto in un contesto in cui il poker online ha necessità di essere rilanciato. Nel 2011 questo segmento rappresentava il 67% della spesa di gioco online, oggi rappresenta appena il 4%, a distanza siderale da scommesse sportive (47%), altri giochi di casinò (28%), scommesse virtuali (27%) e slot machine 25%.
Solo vantaggi e i numeri parlano chiaro: i dati vanno a supporto degli operatori e promettono una spinta positiva anche per le casse dello Stato, nella speranza che il Governo colga al volo l’occasione del riordino per allinearsi al resto d’Europa. lb/AGIMEG