“La crescita del gettito delle attività ordinarie IVA nel 2023 era risultata inferiore rispetto alle previsioni; anche per il 2024, a seguito dell’assestamento, la previsione originaria è stata rivista al ribasso. Ciò costituisce un motivo di attenzione. Ad ogni modo, ancorché inferiore rispetto alle previsioni iniziali, l’imposta ha comunque visto un incremento nella prima frazione dell’anno; la crescita della componente relativa ai meccanismi dello split payment e del reverse charge conferisce maggior spessore al livello di compliance del tributo”.
E’ quanto sottolineato dalla Corte dei Conti nell’audizione sul Piano strutturale di Bilancio di medio termine 2025-2029.
“Si confermano in lieve crescita anche le imposte sulle transazioni, peraltro di ordini di grandezza non significativi. Tra di esse, fa eccezione l’imposta di bollo, che negli ultimi mesi ha fatto rilevare oscillazioni impreviste e non trascurabili: nel 2023, una contrazione di -0,8 miliardi di euro in termini di accertamenti, pari a -10,7 per cento rispetto al 2022 (-649 in termini di cassa, pari a -8,6 per cento), tanto da far presagire un possibile riassetto latente della base imponibile; nei primi sette mesi del 2024, un aumento di +1,8 miliardi (+44,6 per cento), ricollegabile in larga misura al prelievo proporzionale sui depositi favorito dalla congiuntura del rialzo dei tassi. Considerata l’entità e la natura delle variazioni, sarà opportuno seguirne attentamente l’evoluzione. Trascurabili, per il saldo in termini di valore assoluto, le variazioni delle imposte sugli affari e sui prodotti energetici. Sostanzialmente stabili, al netto di piccole oscillazioni, le entrate accertate relativamente ai giochi (4,4 miliardi) e il prelievo sui tabacchi (6,3 miliardi) nel periodo di osservazione gennaio-luglio 2024”, ha aggiunto. cdn/AGIMEG