Camera: presentata proposta di legge della Lega su divieto di pubblicità di gioco. Il testo integrale

In data 13 ottobre 2022 sono state presentate alla Presidenza della Camera diverse proposte di legge d’iniziativa dei deputati. Tra queste: la proposta di legge di Comaroli (Lega) « Modifica all’articolo 43 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208, in materia di divieto di pubblicità di giochi con vincite in denaro » (189).

PROPOSTA DI LEGGE
d’iniziativa dei deputati
Comaroli,
Modifica al testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, in materia di divieto di pubblicità di giochi con vincite in denaro

Onorevoli Colleghi! — Gli effetti della crisi economica appena trascorsa sono causa di pericolosi fenomeni di carattere sociale quali la diminuzione della propensione al risparmio e la ricerca di un facile arricchimento fondato sull’aleatorietà. Fra i vari giochi d’azzardo legali, in continua espansione, preoccupa la crescita dei videogiochi sempre più diffusi in tantissimi esercizi, a disposizione di qualsivoglia giocatore, senza alcuna limitazione o restrizione di sorta. In Italia esistono 400.000 apparecchi da intrattenimento (slot-machine) e oltre 6.000 locali o agenzie autorizzati, frequentati da 15 milioni di giocatori abituali, tra cui 3 milioni di giocatori soggetti al rischio del gioco patologico e circa 800.000 giocatori già patologici. Secondo alcune stime, una quota di queste, circa 120.000 persone, già soffre di dipendenza comportamentale da gioco d’azzardo patologico. Dal 2003 a oggi la raccolta è aumentata di oltre il 500 per cento, passando da 15,5 a oltre 80 miliardi di euro. Secondo i dati dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli il mercato dei giochi d’azzardo è suddiviso principalmente tra slot-machine (56,1 per cento), giochi on line (16,3 per cento) e lotterie (12,7 per cento), oltre che lotto (8,5 per cento) e giochi di abilità a distanza con vincita in denaro (cosiddetto skill games) (7,7 per cento). La compulsione da gioco colpisce maggiormente soggetti in condizioni economiche già critiche, che, nella speranza di migliorarle, finiscono per non essere più in grado nemmeno di acquistare i beni di prima necessità per se stessi o per la propria famiglia, tanto da finire per entrare nel circuito dell’assistenza sociale. Il solo costo sanitario annuale per curare le persone dipendenti dal gioco patologico ammonta a 5-6 miliardi di euro, mentre il gettito erariale generato ammonta a 8 miliardi di euro. Alcuni sociologi, che hanno affrontato il fenomeno del gioco come speranza di vincita, lo hanno classificato fra i comportamenti che creano dipendenza, seppur diversa da quella da alcool o droghe, ma sempre in grado di arrecare gravi danni ai giocatori, in termini economici e affettivi. Un dato desta sconcerto: il 66 per cento dei disoccupati gioca d’azzardo ed è alta l’incidenza di suicidi. È tempo di considerare la dipendenza dal gioco, alla stregua della dipendenza dal tabacco o dell’alcool, come un comportamento socialmente dannoso, il cui abuso porta alla dipendenza da gioco d’azzardo, vera e propria malattia riconosciuta a livello internazionale dall’Organizzazione mondiale della sanità. Se per arginare altri preoccupanti fenomeni sociali, come il fumo, si sono adottati alcuni accorgimenti riconosciuti da tutti come sacrosanti, come il divieto di pubblicità per le sigarette, è doveroso imporre per legge da parte di tutte le emittenti radiofoniche e televisive anche il divieto di qualsiasi comunicazione commerciale audiovisiva e radiofonica, diretta o indiretta, che induca all’acquisto di prodotti di giochi con vincite in denaro o alla partecipazione ad attività di gioco, quali lotterie, concorsi a premio, scommesse sportive, newlot o ad attività, anche on line, comunque denominate, finalizzate alla riscossione di somme di denaro, la cui vincita sia determinata esclusivamente dal caso. Il gioco d’azzardo è vietato dal codice penale ma è stato introdotto nel nostro Paese «il gioco con partecipazione a distanza», vale a dire la licenza, concessa a varie società per la gestione di apparecchi per il gioco online, con un considerevole aumento del fatturato per le società concessionarie. Non a caso, negli ultimi anni, l’industria del gioco d’azzardo è diventata una delle più importanti del Paese, tanto che slot-machine, poker, scommesse e giochi d’azzardo di diversa natura hanno inondato il mercato a ritmi sempre più frenetici, con notevole crescita dei giocatori, che coinvolge ogni gruppo sociale, compresi pensionati, casalinghe, giovani e facendo dell’Italia il primo Paese al mondo per spesa pro capite dedicata al gioco. Non si può tollerare che le emittenti radiotelevisive perseverino nel pubblicizzare forme di gioco cosiddetto compulsivo anche perché, secondo i dati della Consulta nazionale delle fondazioni antiusura, il gioco d’azzardo è considerato la maggior causa di ricorso a debiti e/o usura in Italia e il principale costo sociale generato dall’aumento esponenziale del ricorso al gioco d’azzardo è il sovra-indebitamento familiare. Anche per questo, la dipendenza dal gioco, ludopatia, è una delle principali cause di suicidio.


PROPOSTA DI LEGGE
ART. 1.
(Modifica al testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, di cui al decreto legislativo n. 177 del 2005)
1. Al comma 1 dell’articolo 36-bis del testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, dopo la lettera d) è inserita la seguente:
«d-bis) è vietata qualsiasi comunicazione commerciale audiovisiva e radiofonica, diretta o indiretta, che induca all’acquisto di prodotti di giochi con vincite in denaro o alla partecipazione ad attività di gioco, anche on line, comunque denominate, finalizzate alla riscossione di somme di denaro, la cui vincita sia determinata esclusivamente dal caso».

ART. 2
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

cdn/AGIMEG