Operazione “Scommessa”: dopo 5 anni contestano confisca beni per milioni di euro. Il caso

Operazione "Scommessa": dopo 5 anni contestano confisca beni per milioni di euro. E' quanto sta accadendo al Tribunale di Bari.

Vito Martiradonna, noto a Bari come Vitino l’Enèl, insieme ai due figli, sta cercando di fermare le confische dei loro beni, tra cui imbarcazioni, proprietà immobiliari e gioielli di lusso, valutati in milioni di euro. Queste confische furono imposte cinque anni fa a seguito di una sentenza definitiva in un caso di scommesse online illegali.

A fine 2019, il giudice ratificò le confische legate a reati di associazione per delinquere, riciclaggio, truffa, reati tributari, raccolta abusiva di scommesse e trasferimento fraudolento di valori, con un valore complessivo di circa 22 milioni di euro. Queste confische sono diventate definitive a settembre 2021.

Attualmente – si legge su La Gazzetta del Mezzogiorno – gli imputati stanno cercando di annullare le confische, sostenendo che la pena patteggiata fosse illegale e chiedendo al giudice dell’esecuzione di dichiararla tale. Sei dei quattordici imputati che avevano patteggiato hanno presentato ricorso, promuovendo un incidente di esecuzione discusso recentemente davanti alla giudice del Tribunale di Bari.

Operazione “Scommessa”

Secondo l’accusa, la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Bari ha contestato agli imputati la creazione, tra il 2009 e il 2018, di un sistema transnazionale di scommesse illegali online, con alleanze con gruppi criminali in Sicilia, Campania e Calabria. Le indagini della Guardia di Finanza hanno rivelato che il gruppo criminale, con base operativa a Bari e ramificazioni in Malta, Antille Olandesi, Isole Vergini Britanniche e Seychelles, gestiva illegalmente scommesse sportive in Italia e all’estero.

Le prove raccolte tramite intercettazioni, documentazioni, indagini finanziarie e testimonianze di collaboratori di giustizia hanno dimostrato che il gruppo utilizzava società maltesi e “skin” estere con licenze non riconosciute in Italia. Attraverso queste società, gestivano siti web irregolari, generando un volume d’affari illecito di 650 milioni di euro.

Dopo l’operazione del novembre 2018 che portò all’arresto di molti indagati, quattordici persone patteggiarono: Vito Martiradonna fu condannato a due anni di reclusione.

Le confische

Gli imputati hanno visto confiscati beni di vario tipo: imbarcazioni, proprietà immobiliari a Bari, Foggia e Londra, auto, moto, sale scommesse e 16 società in Italia e all’estero, inclusi conti correnti, orologi di lusso, gioielli e borse di marca.

L’incidente di esecuzione

Le difese degli imputati contestano la sentenza di cinque anni fa, sostenendo che i patteggiamenti furono applicati violando alcune norme di legge, in particolare senza il pagamento dei debiti fiscali, requisito essenziale per il patteggiamento. sb/AGIMEG