Operazioni Guardia di Finanza, scommesse online e scommesse in agenzia: l’audizione integrale di Cafiero de Raho al Senato

E’ stato pubblicata oggi l’audizione integrale, che si è tenuta il 17 febbraio scorso, del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, dottor Federico Cafiero de Raho, nella Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico al Senato.

“Il gioco e le scommesse, rappresentano, nella loro organizzazione, uno dei meccanismi dei quali la criminalità organizzata di matrice mafiosa si avvale al fine di raggiungere l’obiettivo del riciclaggio, e l’utilizzazione di questo sistema costituisce oramai quasi una modalità costantemente seguita da mafia, camorra e ‘ndrangheta. Fin dal 2015, da quando cioè a Reggio Calabria venne portata avanti quell’importante operazione che aveva preso il nome di «Gambling», emerse in modo chiarissimo quale fosse la capacità delle organizzazioni criminali di utilizzare il gioco non solo per raccogliere scommesse, ma soprattutto per ripulire il proprio danaro.

Nell’ambito di quell’indagine – io all’epoca ero procuratore della Repubblica di Reggio Calabria – vennero eseguite 28 ordinanze di custodia cautelare per associazione mafiosa (alcune di custodia cautelare in carcere ed altre agli arresti domiciliari), oltre che diversi divieti. Ma ciò che rilevò in modo particolare fu l’esistenza di una pluralità di società estere – ben 11 – e di 45 società operanti sul territorio nazionale nel settore dei giochi. Vennero sequestrati oltre 1.500 punti commerciali sul territorio nazionale per la raccolta delle giocate e sequestrati 88 siti nazionali ed internazionali.

In tutto, il valore dei beni sequestrati ammontò a quasi 2 miliardi di euro. Si evidenziò, in particolare, che l’organizzazione aveva inizialmente aperto una piattaforma per il gioco online in Austria, a Vienna, e successivamente aveva trasferito lo stesso strumento nell’isola di Malta. Malta rappresenta molto spesso il territorio al quale fanno riferimento, come dirò a breve, le organizzazioni criminali per costituire una loro base; devo dire che anche in quell’occasione, però, avemmo collaborazione, tanto che ci si consentì di eseguire sequestri anche sulla stessa isola di Malta. Quindi, per quanto sotto un certo profilo si rilevi una sorta di legislazione debole e un’apertura verso eventuali accoglienze di iniziative economiche straniere, c’è anche una collaborazione, non sempre perfetta, ma c’è.

In quell’occasione emerse, sostanzialmente, che nei punti di raccolta delle giocate, attraverso varie modalità, si riusciva a far passare somme di denaro consistenti in modo da coprirle come giocate, mentre in realtà si trattava di forme di trasferimento di denaro al di fuori del territorio nazionale, denaro che era peraltro di provenienza della stessa organizzazione ‘ndranghetista”, ha detto.

“Qualche anno dopo – arriviamo al 2018 – un’altra grande operazione è stata l’operazione «Galassia». La quale operazione consentì di evidenziare come l’organizzazione mafiosa barese, ed altra organizzazione mafiosa siciliana, di Catania, ed ancora altra organizzazione mafiosa della Calabria si erano rivolte ad uno stesso identico riferimento, diciamo ‘tecnico’, per la capacità di organizzare, ancora una volta, il gioco online, e attraverso tale riferimento tecnico erano riuscite a porre sul territorio, oltre che punti di raccolta scommesse, oltre che società estere, anche piattaforme all’estero grazie alle quali veniva gestito il gioco online. Questa volta, attraverso l’operazione «Galassia», si evidenziava addirittura come tre diverse organizzazioni mafiose – quindi ‘ndrangheta, Cosa Nostra catanese e l’organizzazione barese – avevano operato quasi in consorzio, perché erano tutte poste su un piano di accordo criminale per muoversi attraverso gli stessi soggetti, ciascuna naturalmente con una propria organizzazione. Anche in questo caso vennero effettuati sequestri di 23 società estere, 15 società italiane, 33 siti web nazionali e internazionali, oltre che immobili e conti correnti, per un valore complessivo corrispondente a 723 milioni di euro”, ha aggiunto.

“Le società che vennero sequestrate all’estero avevano sede in Romania, in Austria, a Malta, a Curaçao, all’isola di Man, in Svizzera, Lussemburgo, Serbia. Ancora una volta, attraverso i punti di raccolta scommesse sul territorio,si riusciva a far passare denaro di provenienza delle stesse attività criminose coprendolo sotto la forma della giocata, in modo che fosse portato all’estero e fosse anche giustificato nel momento del trasferimento.

Voglio sottolineare come, peraltro, queste attività stiano diventando sempre più frequenti. Ulteriori recenti indagini investigative, sempre in Sicilia, una del marzo 2021 e un’altra del maggio 2021, mostrano un interesse delle organizzazioni mafiose ad operare sempre sul circuito online attraverso piattaforme per lo più costituite all’estero. Questa loro modalità operativa trova un aggancio nel principio della libertà di stabilimento, cioè la possibilità che hanno in Europa i vari soggetti economici di operare con sedi al di fuori del territorio dello Stato. In questo modo appaiono come società straniere mentre in realtà finiscono per operare nel territorio nazionale, il che naturalmente comporta una violazione degli oneri tributari e un grave danno per il nostro Paese; e ciò fin quando ci troviamo di fronte a soggetti concessionari presso Paesi esteri che operano nell’ambito dell’osservanza di quella disciplina minima europea che consente loro di operare. Il più delle volte, invece, le indagini ci hanno evidenziato che queste organizzazioni sono vere e proprie organizzazioni criminali finalizzate alle truffe, all’evasione fiscale e a volte sostenute dal metodo di intimidazione, proprio perché agganciate all’operatività di ‘ndrangheta, Cosa Nostra, a volte camorra e delle volte alla criminalità mafiosa barese.

L’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha peraltro pubblicizzato un proprio elenco attraverso il quale ha indicato i siti web autorizzati, e questa dovrebbe essere la garanzia per il giocatore di poter agire in un circuito di legalità, peraltro garantito anche dall’esistenza di autorizzazioni e concessioni. Purtuttavia il giocatore spesso non si muove in questa direzione e la pubblicizzazione di tantissimi siti consente a chiunque di rivolgersi all’uno piuttosto che all’altro. D’altro canto, l’offerta sul mercato è enorme: dal gioco del poker alle scommesse sulle competizioni sportive, a qualunque altra forma di scommessa che si può trovare sul mercato, i siti sono tantissimi. Su questo devo anche dire che l’Agenzia delle dogane e dei monopoli svolge una attività di grande importanza, tanto che nel solo anno 2021 sono stati inibiti ben 197 siti web privi di autorizzazioni. Questo anche a dimostrazione di quello che è il monitoraggio sul web, che è di grandissima importanza.

Abbiamo parlato finora di gioco e di scommesse online, che rappresentano la modalità più frequente attraverso la quale le organizzazioni mafiose si muovono soprattutto per coprire il danaro di provenienza criminale. Ma accanto al gioco online vi è naturalmente il gioco fisico, cioè il gioco o la scommessa che viene raccolta dai punti fisici presenti sul nostro territorio; qui vi sono ulteriori problematiche. In primo luogo si nota che negli ultimi tempi sorgono punti di raccolta scommesse su tutto il territorio nazionale, soprattutto nei quartieri in cui è maggiormente presente la criminalità organizzata, e ciò naturalmente preoccupa notevolmente. D’altro canto, non si riesce a comprendere come sorgano punti di raccolta scommesse proprio nei luoghi di maggiore povertà o di maggiore disagio sociale. Il più delle volte, se si passa davanti a questi luoghi, ci si accorge che i presenti sono evidentemente nullafacenti, a volte pregiudicati: sono soggetti che stazionano stabilmente, e di per sé già danno il senso dell’operatività di quei punti di raccolta in una direzione equivoca. Il punto di raccolta fisico però consente un controllo, e il controllo è fondamentale: essendo il punto di raccolta operativo in modo visibile, ben può essere oggetto immediato di controllo.

Quali sono state le distorsioni rilevate: ci sono stati casi nei quali i punti di raccolta e le attività economiche di gioco e di scommesse erano inseriti in un circuito legale, perfettamente rispondente alle regole e quindi adeguato alla disciplina in materia; e poi vi era un canale parallelo, totalmente privo di osservanza delle regole. Questa è un’ulteriore problematica che determina l’esigenza di controlli sul territorio. Il gioco e le scommesse necessariamente devono essere oggetto di controlli frequenti e i controlli devono periodicamente essere portati avanti non soltanto dall’Agenzia dei monopoli ma sostanzialmente da tutte le forze di Polizia: dalla Guardia di finanza, che ha una maggiore specializzazione in materia, ma anche da Polizia di Stato e Carabinieri, perché quello che avviene dentro e fuori dai luoghi di raccolta delle scommesse evidenzia a volte la presenza stabile di esponenti della criminalità organizzata, i quali sono pronti a offrire denaro a coloro che ne hanno bisogno. Questo è un altro degli aspetti deleteri che derivano dalla diffusione delle sale scommesse: la presenza, cioè, di un vero e proprio mercato dell’usura. Il mercato dell’usura, infatti, da un lato rende schiavi i giocatori; dall’altro, là dove il giocatore è soggetto che esercita anche un’attività economica, finisce per porre lo stesso giocatore in una condizione di schiavitù rispetto alla stessa attività economica sviluppata. Chi accetta danaro sotto usura finisce poi per non essere in grado di restituire quel danaro e, ove sia titolare anche di attività economica, finisce per essere costretto a cedere la propria attività. Anche in questo caso, ciò che ha colpito maggiormente l’attenzione degli inquirenti, e quindi della Direzione nazionale e delle Direzioni distrettuali, è stato che la cessione dell’attività economica avviene non con le formalità che rendono visibile il suo trasferimento da un soggetto ad un altro, ma senza formalità, cosicché il soggetto titolare continua apparentemente ad essere colui che gestisce il bene, ma in realtà il bene è gestito dalla criminalità organizzata”, ha continuato.

“Si tratta di un fenomeno che è stato rilevato in alcune occasioni, proprio nel periodo della pandemia, anche al di fuori dell’usura praticata nel gioco e nelle scommesse, soprattutto nelle attività di ristorazione e bar, dove la chiusura delle stesse ha determinato un indebolimento economico tale che in alcuni casi ha costretto a ricorrere al credito usurario, e da quel debito usurario si è poi passati ad un trasferimento delle stesse attività. È evidente che le mafie non hanno bisogno di un atto scritto, anzi, privilegiano forme di acquisizione che non siano visibili; e d’altro canto forme di questo tipo appaiono particolarmente pericolose perché sono quelle preferite dagli stessi titolari delle attività economiche, che all’esterno non dimostrano una sconfitta economica e quindi continuano apparentemente a gestire l’attività, ma in realtà sono soltanto dei burattini nelle mani delle organizzazioni mafiose.

Tornando al gioco e alle scommesse, ciò che appare indispensabile è quindi la cooperazione interistituzionale che consenta, da un lato, alle forze di polizia di verificare di volta in volta che in questi punti scommesse non vi sia un condizionamento, un’intimidazione, una presenza costante da parte di esponenti di organizzazioni mafiose; dall’altro, per le associazioni o le organizzazioni di tipo assistenziale, di poter verificare la presenza di casi di ludopatia. Questo è un ulteriore aspetto che è parso di grande importanza: l’essere attratti dal gioco al punto di divenirne schiavi. Anche su questo il controllo appare indispensabile, e quindi poter attivare le associazioni, poter attivare i meccanismi di controllo che esistono nei Comuni e nelle Regioni, al fine di poter intervenire in casi di soggezione al gioco, è fondamentale. Devo ancora dire che quello del gioco e delle scommesse è un settore che naturalmente, come tutti quelli che determinano transazioni economiche, è assoggettato al meccanismo delle segnalazioni per operazioni sospette. Come vi è noto, questo meccanismo, fondato su algoritmi e parametri ai quali rapportare la singola transazione al fine di ritenerla sospetta, è una delle forme di controllo più significative e ad ampio raggio che vengono sviluppate sul territorio nazionale. Naturalmente i soggetti obbligati sono i soggetti finanziari, quindi istituti bancari e intermediari finanziari, ma anche non finanziari, come gli stessi professionisti che operano nella compravendita di oro, nella custodia e nel trasporto valori, gli operatori di valuta virtuale e anche i prestatori di servizi di gioco. Anche per essi vi è l’obbligo della segnalazione per operazioni sospette.

Nell’anno 2020 notiamo che, a fronte di oltre 110.000 segnalazioni per operazioni sospette pervenute all’Unità di informazione finanziaria, il settore dei prestatori di servizi di gioco ne ha inviate soltanto 5.772; nel 2019 erano 6.470. Vi è stata quindi addirittura una riduzione nel numero delle segnalazioni. Questo evidentemente depone ancora di più per un’interpretazione che fa pensare ad una non piena osservanza delle regole. D’altro canto, proprio questo dato ha portato la Direzione nazionale, l’Ufficio cioè che ho l’onore di dirigere, ad avere contatti con Lottomatica per comprendere quali siano i sistemi attraverso i quali i giocatori vengono monitorati. Ebbene, abbiamo rilevato – con grande sorpresa positiva – che i giocatori sono monitorati con delle schede che consentono di sapere, per ciascun giocatore, quale sia l’entità delle somme giocate. Per alcuni – come abbiamo potuto rilevare andando a visitare il servizio che Lottomatica gestisce – vi sono scommesse per centinaia di migliaia di euro senza che alle spalle vi sia una forza economica che le giustifica. Questo è emerso dalla consultazione di alcune delle schede, per dimostrarci quale sia la loro capacità. Ora, Lottomatica ha evidentemente un servizio molto attivo, dinamico e professionale, che però copre solo una parte dei giochi; è evidente che anche qui sarebbe necessario che una disciplina legislativa prevedesse l’attribuzione a soggetti organizzati sul modello di Lottomatica della gestione dei giochi e delle scommesse, perché se si riuscisse a monitorare l’intero settore sarebbe molto più facile intervenire anche per rilevare il riciclaggio che è la forma più chiara attraverso la quale si muovono le organizzazioni mafiose nel gioco e nelle scommesse”, ha aggiunto.

“All’interno della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo abbiamo il nostro servizio segnalazioni per operazioni sospette che è fondato sulla nostra grande banca dati, che contiene milioni di dati e informazioni, che sono frutto della raccolta di tutti gli atti dei procedimenti penali per mafia – e dal 2015 per terrorismo – tramessi dalle 26 procure distrettuali fin dal 1993, l’anno in cui appunto la banca dati è stata costituita. Il servizio segnalazioni per operazioni sospette incamera dall’unità di informazione finanziaria (attraverso il Nucleo speciale di polizia valutaria e la Direzione investigativa antimafia) tutte le segnalazioni; le segnalazioni vengono immesse in questa sorta di frullatore, diciamo così, in cui girano vorticosamente, insieme alle 110.000 informazioni che sono arrivate quest’anno, tutti i dati presenti nella banca dati, oltre che tutte le iscrizioni presenti nei registri generali delle notizie di reato per reati di mafia e terrorismo presso le 26 procure distrettuali. Là dove vi è coincidenza di identità si aggregano i dati e quindi viene espulsa la segnalazione per operazione sospetta che ha un riferimento nella banca dati o nel registro generale delle notizie di reato. Questo consente, anno per anno, di inviare oltre 10.000 atti di impulso alle direzioni distrettuali antimafia, vale a dire atti nei quali si dice alla direzione distrettuale: c’è questa segnalazione per operazione sospetta in relazione a questo contesto mafioso, o in relazione a questa iscrizione del registro, quindi approfondisci e sviluppa le indagini. Se si riuscisse a fare ciò anche attraverso l’estrapolazione dei dati che riguardano i singoli giocatori, laddove il monte scommesse raggiunga un certo limite o risulti ingiustificato, noi avremmo un controllo a tappeto di tutte le giocate e quindi la possibilità di prevenire il riciclaggio e comunque intervenire nei confronti di soggetti che non dimostrano una capacità economica sufficiente per partecipare alle scommesse. Questa è, io credo, una necessità, quella del monitoraggio delle scommesse, almeno nel nostro Paese che credo sia, anzi sicuramente è, il primo Paese in materia di legislazione antimafia ed è il Paese più attento al riciclaggio ovvero il Paese che più degli altri si muove con grande dinamismo per contrastare il riciclaggio. Dicevo, quindi, che riuscire ad avere concessionari del tipo Lottomatica o soggetti capaci di effettuare monitoraggi così attenti credo sia un’esigenza del nostro Paese: in questo modo non solo si eviterebbe il riciclaggio ma si potrebbe avere un controllo a tappeto anche per quanto riguarda le violazioni tributarie, finanziarie, insomma, tutto ciò che è necessario svolgere per impedire che le scommesse costituiscano ancora una volta il campo attraverso il quale si aggirano le disposizioni di legge e soprattutto si crea un danno economico al nostro Paese. Volevo dedicare un’ultima attenzione alla ludopatia: credo che un’esigenza notevole di controllo debba esserci e che si possano in qualche modo attivare meccanismi di vigilanza sulle attività economiche di raccolta delle scommesse al fine di intervenire in favore di coloro che diventano veri e propri schiavi del gioco e finiscono per spendere totalmente anche quel che occorre per il minimo sostentamento personale. Nelle sale giochi molto spesso ci sono persone che a stento riescono a vivere, eppure spendono tutto ciò che loro necessita. Da qui abbiamo l’ulteriore spinta, come dicevo poc’anzi, all’usura: il più delle volte sono persone che provengono anche da famiglie una volta benestanti, danarose, ma che sono state incapaci di darsi una proiezione professionale o lavorativa. Sono i soggetti più fragili, quelli che poi finiscono per essere i più colpiti da questa vera e propria patologia. Mi fermerei momentaneamente qui, ringraziandovi per l’attenzione”, ha continuato.

“E’ evidente che – ha detto – il gioco legale evita la proliferazione del gioco illegale; è fin troppo evidente che laddove non vi siano aperture per accogliere le scommesse di coloro che sono abitualmente dediti al gioco si aprono le porte dell’illegalità e costoro troveranno sicuramente possibilità per proseguire nelle scommesse o nel gioco attraverso l’offerta della criminalità organizzata. D’altro canto è sempre stato così, in ogni settore: là dove si chiude un settore la criminalità organizzata mafiosa interviene per poter sopperire all’emergenza. Pensiamo a quel che è avvenuto nel terremoto, proprio per dare prova di quanto la criminalità organizzata sia interessata all’emergenza: quando ci furono, negli anni Ottanta, le esigenze della ricostruzione, la camorra come la mafia se ne occuparono per moltiplicare le proprie attività economiche e le imprese edilizie si sono moltiplicate a dismisura. Se guardiamo agli anni Ottanta e Novanta, ci accorgiamo che proprio quello è il periodo in cui si ha la maggiore moltiplicazione di presenze mafiose nel settore edilizio e delle costruzioni. E altrettanto si dica per i rifiuti: quando vi è stata l’esigenza di intervenire in questo settore, le organizzazioni mafiose hanno moltiplicato le loro presenze nel settore dei rifiuti e hanno approfittato dell’emergenza. Ma così, in ogni momento, in ogni settore di difficoltà, le organizzazioni mafiose sono intervenute per arricchirsi. È evidente, quindi, che se chiudiamo il gioco legale interverranno per sopperire all’esigenza che i giocatori avranno con le loro sale giochi scommesse illegali. Per cui, non si vuole dire che occorre moltiplicare il gioco legale ed invogliare a giocare: è il contrario. Si vuol dire soltanto che mentre sul gioco legale abbiamo la possibilità di un controllo, di una vigilanza, sul gioco illegale invece abbiamo la difficoltà di individuare i luoghi in cui si gioca e quindi la difficoltà è maggiore. Ecco perché anche il lockdown ha determinato una ultrattività da parte delle organizzazioni mafiose o la moltiplicazione addirittura dei siti illegali online: quello è un affare importante che va immediatamente portato avanti, perché le organizzazioni mafiose hanno un solo problema, quello di reinvestire masse di danaro enormi: noi ancora oggi parliamo di 30 miliardi l’anno solo per il traffico di stupefacenti, e siamo fermi a questa stima da quasi dieci anni, quindi pensate adesso quale sia effettivamente la loro capacità economica. E se questa è la loro capacità economica, è chiaro che in qualunque momento vi è l’esigenza di aprire nuove attività illegali per moltiplicare la loro ricchezza; non hanno alcuna difficoltà a farlo. D’altro canto sono circondati da consulenti, da varie forme di interfaccia apparentemente sane, corrette, hanno una rete forte e capace di intervenire in ogni settore, per cui, laddove non effettuiamo il controllo e non poniamo la regola, intervengono per occupare gli spazi”, ha aggiunto rispondendo alle domande rivolte dai senatori.

“Le indagini alle quali ho fatto riferimento, quelle del 2015 e del 2018, sono emblematiche di un sistema criminale. Ce ne sono tantissime altre nelle quali le organizzazioni mafiose si muovono per acquistare punti di raccolta, per aprire punti di raccolta scommesse, ma questo rientra nell’ambito della diversificazione dei settori in cui operano, mentre creare un vero e proprio business, quale quello che le due operazioni Gambling e Galassia ci mostrano, è qualcosa di più, molto di più, perché ci sono decine e decine di società costituite anche all’estero. Io credo che questa sia la maggiore difficoltà oggi: riuscire a muoversi non solo nel territorio nazionale, ma anche sull’Europa. L’Europa oramai è uno spazio di libertà, di libertà economica, e questo determina una maggiore difficoltà nei controlli, come pure una maggiore possibilità di costituire società all’estero e farle operare poi in Italia. È evidente, quindi che, probabilmente, da un lato è necessario intervenire in modo da selezionare con grande attenzione i concessionari, ma dall’altro è necessaria una politica europea che consenta di arginare il fenomeno della pluralità di attività economiche nel gioco, pronte ad intervenire in qualunque settore senza altri controlli, senza altri filtri, in modo da operare liberamente sull’intero territorio nazionale. Probabilmente questa è una delle difficoltà maggiori: la sede di operatività di un soggetto economico che si muove nell’ambito del gioco online e che proietta la propria offerta sull’intero territorio europeo. Un soggetto di questo tipo nei confronti di quale Paese diventa debitore per quanto riguarda gli oneri fiscali? Del solo Paese in cui ha sede o anche del Paese in cui ha in atto offerte e quindi ha tante ulteriori occasioni di guadagno? Come si controllano questi soggetti? A quali parametri facciamo riferimento? Probabilmente un maggiore ordine dal punto di vista della legislazione europea occorrerebbe, anche per rendere più agevole il controllo nell’ambito del territorio nazionale. Una delle più grandi difficoltà che si incontrano è quella di individuare i siti e nello stesso momento quella di verificare se quei siti siano o meno autorizzati, non solo nel nostro Paese; ma l’osservanza delle regole da parte di tutti è fondamentale. Si chiedeva della modalità del controllo per quanto riguarda il giocatore, tessera sanitaria o altro documento. Ebbene, se si consentisse il gioco al giocatore comunque identificato, credo che avremmo un quadro molto più chiaro che impedisce aggiramenti. D’altro canto, cosa occorre? Occorre identificare il soggetto. Questo è fondamentale, anche per controllare l’andamento delle scommesse e al tempo stesso prevenire il riciclaggio. Un altro aspetto che credo che sia importante è quello di una vigilanza effettiva, di un monitoraggio che sia veramente ampio e capillare. Esso deve essere sviluppato non solo in relazione ai punti di raccolta scommesse virtuali e quindi sui siti, ma anche sui punti fisici di raccolta scommesse. Ma ogni quanto tempo viene controllato chi gestisce una sala giochi o scommesse? E quali sono gli obblighi di coloro che sono deputati ai controlli perché gli interventi siano costanti, frequenti e non lascino alcun soggetto al di fuori dei controlli stessi? Poc’anzi si diceva della privacy e quindi dei dati personali che devono essere tutelati: anche questo credo che sia un problema solo apparente, perché laddove si interviene in materia di sicurezza probabilmente la privacy necessariamente deve cedere. D’altro canto, le banche dati che sono costituite dalle forze dell’ordine, dalla stessa Direzione nazionale, sono banche dati che si costituiscono proprio al fine di garantire la sicurezza del Paese e dati di questo tipo, che sono finalizzati al monitoraggio dell’andamento del gioco e delle scommesse, sono, sì, dati personali, ma sono poi finalizzati alla prevenzione del riciclaggio come di qualunque altra violazione. E allora credo che anche il discorso della tutela dei dati personali vada affrontato in modo obiettivo e sereno: non può esservi una protezione sempre e comunque, altrimenti le indagini non si potrebbero fare. Se si pensasse alla protezione del dato personale come ad un qualcosa di assoluto e insuperabile, è evidente che ciascuno potrebbe fare quello che vuole, senza che vi sia l’osservanza delle regole, e invece è necessario che una vigilanza venga esercitata, che un monitoraggio venga sviluppato. Ma come si sviluppa il monitoraggio se non si hanno i dati? Se noi pensiamo che la protezione del dato sia qualcosa di insuperabile, allora non ci sarà mai un controllo, non ci sarà mai un monitoraggio, e invece in questo settore il monitoraggio è fondamentale. Le stesse segnalazioni per operazioni sospette sono segnalazioni che toccano le transazioni personali, ma nessuno si sognerebbe mai di dire che la segnalazione per operazioni sospette è un dato personale e quindi non trattabile: è un dato che va trattato per determinate finalità. Allora, in primo luogo credo che sia indispensabile che i soggetti che organizzano il controllo del gioco siano nella condizione di sviluppare approfondimenti e monitoraggi, quindi è necessario che il giocatore venga sempre identificato, nel gioco online come nel gioco fisico. È necessario che questi dati finiscano in una banca dati e che questa banca dati sia finalizzata a determinati scopi che possono essere, da un lato, la ludopatia e dall’altro la prevenzione del riciclaggio, ma che comunque siano dati che possano essere letti, consultati, analizzati, elaborati. L’assenza di dati non è una garanzia per la persona; è piuttosto una garanzia per la criminalità organizzata, per le mafie, per tutti coloro che vogliono violare le leggi. Il dato trattato con rispetto della persona è un dato utile e al tempo stesso rispondente alle finalità per cui viene raccolto. A volte mi sembra che il discorso finisca per deviare verso altre considerazioni diverse dallo scopo per cui i dati necessariamente devono essere raccolti. Se vogliamo monitorare il gioco legale per impedire che in esso si infiltrino i soggetti illegali, i soggetti mafiosi, per impedire che il gioco costituisca il canale del riciclaggio, è necessario che il monitoraggio venga sviluppato e che i dati vengano acquisiti. Quello che fa Lottomatica solo per una parte delle scommesse è qualcosa di importantissimo: se questo venisse esteso a tutte le scommesse, raggiungeremmo veramente un obiettivo straordinario. Riusciremmo a sapere, estraendo tutti i dati sospetti, quali sono i giocatori che effettivamente riciclano il danaro, e lo sapremmo in pochi secondi. Invece talvolta si cita la privacy, la difesa della persona e dei dati personali, per aggirare la legalità. Tanti lo fanno sicuramente in buona fede, non c’è dubbio, sicuramente chi porta avanti questo orientamento lo fa in buona fede e certamente vuole soltanto proteggere la persona, ma in realtà c’è anche chi vuole proteggere il dato al solo scopo di impedire che quel dato possa essere parlante, che possa essere significativo ai fini dell’identificazione dei canali del riciclaggio e dei soggetti che lo attuano”, ha aggiunto.

“L’altro aspetto che stavo tralasciando è quello del match fixing di cui si è poc’anzi parlato. Si tratta di un altro problema di grande importanza e da tempo lo si è detto: laddove le scommesse sono consentite su determinate categorie è evidente che si finisce per consentire non solo la frode nello sport, ma la frode nelle scommesse e quindi l’accordo al fine di modificare il risultato della competizione che di volta in volta costituisce oggetto della scommessa. Perché? L’esperienza giudiziaria mi ha insegnato che le mafie, molto spesso, al fine di accrescere il consenso sociale nell’ambito dei territori in cui esercitano il controllo, tendono anche ad acquisire società sportive; e acquisire una società sportiva e portarla avanti, investire in essa, rafforzarla e fare in modo che essa possa vincere addirittura un campionato, costituisce grande prestigio per l’organizzazione mafiosa che consegue un risultato di questo tipo. E quindi significa affermazione sul territorio, significa moltiplicazione del consenso sociale, ma al tempo stesso significa anche che il soggetto che gestisce quella società sportiva ha un unico obiettivo, quello di raggiungere un arricchimento, perché nulla viene fatto per beneficenza da parte dell’organizzazione mafiosa. E allora quelle società sportive sono anche pronte ad accordarsi per raggiungere un risultato diverso da quello che vi sarebbe se non ci fossero elementi estranei a disturbare il risultato stesso. E proprio per la maggiore possibilità da parte dell’organizzazione mafiosa di acquisire sul mercato società sportive di categorie più basse sorge la necessità che non sia consentita la scommessa su di esse, su quelle competizioni sportive. Quindi, escludere le competizioni sportive delle categorie più basse in relazione alle scommesse credo sia una esigenza effettiva, e questo probabilmente non solo per quanto riguarda il calcio, ma per qualunque altra attività sportiva. Laddove la competizione sportiva sia riconducibile a partite di calcio di serie A o a giocatori di tennis che sono sul circuito internazionale, abbiamo sicuramente delle garanzie; non sempre, peraltro, perché alcuni esempi ci hanno dimostrato che anche nel tennis a livello internazionale ci sono delle combine di questo tipo che hanno eluso il risultato effettivo per consentire il raggiungimento di arricchimento con la scommessa; pur tuttavia vi è maggiore garanzia. Ma laddove abbassiamo il livello e quindi ci affidiamo alle categorie più basse, il rischio si moltiplica”, ha detto.

“D’altro canto, non c’è nemmeno questa grandissima esigenza di ammettere scommesse su competizioni sportive di questo tipo. Non so se c’era altro, anzi sicuramente c’era tantissimo nelle vostre domande che erano per la verità a volte anche molto tecniche e rispetto alle quali avrei bisogno io stesso di approfondimenti“, ha detto.

“In via generale, devo dire che il numero che solitamente viene indicato, in via percentuale, in ordine all’aumento del gioco illegale rispetto a quello legale è un numero fornito sulla pura presunzione di quelli che sono gli indicatori rilevati attraverso indagini ed altre forme di controllo, come quelle che vengono sviluppate dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, e quindi sono dati che hanno un significato in quanto letti in modo presuntivo, ipotetico. È certo che non abbiamo un dato chiaro che sia effettivamente un 30 per cento; sulla base delle presenze e dei rilevamenti che vengono sviluppati, e che confluiscono negli studi che in determinati momenti sono condotti, si ottiene un numero corrispondente a quello che è stato diffuso di un 30 per cento del gioco illegale, in aumento a seguito della chiusura del gioco legale. Ma se mi chiede se sono in grado di dirle esattamente quali sono e perché, non sono in grado di dirglielo. Sono studi che vengono effettuati sulla base di indicatori rilevati sul quadro fornito dalle agenzie e dalle stesse forze di polizia, nell’ambito delle attività di istituto sviluppate in quel periodo. Per quanto riguarda la possibilità, in Europa, di poter monitorare meglio il fenomeno, probabilmente occorrerebbe l’istituzione di agenzie dedicate a questo scopo, perché pensare al lavoro di una Commissione, pensare al lavoro degli organismi europei di rappresentanza, penso che sarebbe veramente impossibile nell’ambito delle numerose attività che sono portate avanti. Istituire invece un’agenzia finalizzata esclusivamente al monitoraggio del gioco in Europa e quindi alla presenza del gioco illegale, soprattutto del gioco online, quello sì sarebbe significativo e importante per tutti. In un momento come questo, in cui è stata istituita la Procura europea al fine di garantire e proteggere gli interessi finanziari dell’Europa, si consente che in Europa vi sia il gioco illegale che è, credo, uno dei primi strumenti attraverso cui vengono evasi gli oneri fiscali e tributari che sono a protezione proprio degli interessi finanziari europei. E ciò avviene in un territorio che travalica certamente quello di competenza di un Paese, per occupare, invece, l’interesse e la competenza di diversi Paesi. Quindi saremmo nell’ambito di competenza della Procura europea, ma credo che a monte ancora saremmo nel campo di protezione degli interessi finanziari dell’Europa, e il gioco lo si potrebbe guardare sotto questo profilo. Pensare quindi a un’agenzia che possa monitorare il gioco illegale, sì, credo che questo sarebbe importante. Un’altra domanda mi era stata rivolta, però mi sfugge in questo momento”, ha continuato.

“Devo dire che noi abbiamo l‘Agenzia delle dogane e dei monopoli che svolge un lavoro straordinario sotto il profilo del controllo, del monitoraggio: è un lavoro importantissimo, di grande pregio. È anche vero, però, che laddove le organizzazioni mafiose sviluppano un’attività criminale nel settore dei giochi e delle scommesse lo fanno attraverso un sistema complesso che non può essere rilevato soltanto con l’individuazione dei siti illegali. Il sito illegale ci dà soltanto la dimostrazione che in quel momento è stato creato un punto virtuale attraverso il quale vengono raccolte le scommesse, ma non ci dice dietro cosa c’è. Per ricostruire l’intero sistema criminale c’è necessità di indagini e questo lo può fare solo la polizia giudiziaria, con la magistratura, aprendo procedimenti penali complessi, così come è avvenuto. D’altro canto, fin quando non ci saranno anche qui forme di collaborazione e non verranno invogliati anche coloro che si muovono nel settore ad aiutare nella ricostruzione di sistemi criminali di questo tipo, le indagini necessiteranno sempre di mesi, di anni; come si diceva poc’anzi, l’indagine di Catania era iniziata nel 2014 ed è stata portata poi ad esecuzione con le ordinanze nel 2021. Le indagini molto spesso richiedono anni, intercettazioni telefoniche ed ambientali; bisogna interpretarle, leggerle, legarle al territorio, alle persone. Le attività sono particolarmente complesse. Quindi trovare dei meccanismi di collaborazione che provengano dallo stesso settore è importantissimo”, ha concluso. cdn/AGIMEG