“Se le autorità maltesi avessero collaborato, avremmo potuto sequestrare i server sui quali girano le piattaforme di gioco che venivano utilizzate illegalmente in Italia e con le quali venivano anche truffati i giocatori. Ma non escludo che in futuro potremo superare questi problemi e intervenire anche con dei sequestri a Malta, sia delle attrezzature che dei conti correnti”. Così il Procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, commentando l’operazione Doppio Jack con la quale la Guardia di Finanza di Empoli ha bloccato un’attività di gioco online che si svolgeva in diversi locali della Toscana, dove alcuni apparecchi da divertimento erano collegati a una piattaforma maltese. “Abbiamo utilizzato per l’ultima volta un trojan (un programma che consente di spiare i computer a distanza ndr.) che la nuova legge sulle intercettazioni consente di utilizzare solo per reati di mafia, terrorismo, contrabbando e contraffazione, ma non di azzardo” ha aggiunto Creazzo “e in questo modo siamo riusciti a individuare non solo i server ma anche l’organizzazione che operava in Italia, tra Toscana, Lazio, Veneto, Marche ed Emilia Romagna”. Al vertice di quest’attività c’era un imprenditore veneto, coadiuvato da un tecnico informatico definito “bravissimo” nelle intercettazioni. Proprio parlando di questo esperto, uno degli arrestati diceva a un complice: “Non resta più traccia, se fanno una perizia non trovano più niente. Ma proprio niente”. Nelle sale che ospitavano queste macchine, il gestore disponeva di due tasti di emergenza. In caso di intervento a sorpresa delle forze dell’ordine, avrebbe potuto spingere un tasto rosso, per bloccare le macchine, e se necessario un secondo tasto, nero, che avrebbe anche cancellato le tracce dell’attività di gioco sui singoli computer. gpm/AGIMEG
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