Operazione ‘Babylonia’: la Cassazione annulla la condanna di Scanzani, l’ex re delle videolottery

La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna in secondo grado per Andrea Scanzani, l’ex re delle videolottery e tra le figure centrali dell’operazione Babylonia del 2017. I giudici della Suprema Corte – si legge sul “Tiburno – hanno infatti cancellato, dopo le altre sentenze di assoluzione intervenute in primo e secondo grado, il capo di imputazione relativo al contestato finanziamento illecito all’interno del cantiere ‘I Pichini’.

Giovedì 7 ottobre è iniziato il processo di Appello sulla confisca dei beni che erano stati posti sotto sequestro dopo la maxi operazione del giugno 2017 – condotta dal Nucleo investigativo dei Carabinieri, con circa 30 persone tra arrestati e indagati – per una cifra pari a 280 milioni di euro, tra immobili (tra cui sale slot e locali notturni), conti correnti e società. Tra queste, locali molto noti come il ‘Bar Vittoria’ di Monterotondo, sequestrati e venduti – anche se la vendita non è andata a buon fine – a nuovi proprietari (passando anche per una società a giurisdizione cipriota) prima della sentenza definitiva. Per tali fatti sono state presentate anche delle denunce.

Il filone in cui rientra la vicenda del ‘Bar Vittoria’ riguardava l’attività di un’organizzazione criminale particolarmente attiva a Monterotondo e nel successivo impiego dei proventi illeciti in bar e sale giochi, fraudolentemente intestati a prestanome. Secondo l’accusa questa organizzazione aveva costretto il titolare, Alberto Di Carmine, in difficoltà economiche, a vendere il Bar Vittoria a Michele De Cristofano, ad un prezzo di gran lunga inferiore al valore di mercato. “Ho dimostrato in processo di aver pagato fino all’ultimo centesimo l’attività di Di Carmine, versando ogni mese 20 mila euro che erano parte dei proventi della tabaccheria e quindi già tassati”, aveva dichiarato lo scorso mese di marzo al “Tiburno” De Cristofano, assolto nel processo penale perché il ‘fatto non sussiste’. “Prima di una pronuncia di Appello stanno vendendo attività aziendali tra cui quelle riguardanti la vendita dei generi dei Monopolio. Mi sembra assurdo che tali attività possano essere cedute in forma diretta, senza una stima e senza un bando a una società di capitali privati peraltro con predominio straniero, invece dell’ente preposto che è l’Agenzia dei beni confiscati. Per questo motivo abbiamo chiesto un intervento di salvaguardia dei beni per preservarli fino alla pronuncia definitiva in materia per scongiurare il verificarsi di danni potenzialmente irreversibili”, aveva affermato Di Carmine evidenziando l’anomalia delle procedure adottate. lp/AGIMEG