“Ingiustificabile, dannosa e discriminatoria. Così l’avevamo definita quando ancora si parlava soltanto di ipotesi avanzata dal Ministro per lo Sport e i Giovani. Ora che si tratta di una doppia misura concreta e inserita in Legge di Bilancio, possiamo concludere che il Governo non si rende conto di quello che ha sottoposto al vaglio del Parlamento con questo provvedimento. Non bastava il salvacalcio, ora si vuole aggiungere anche un aumento generalizzato delle imposte sul gioco“. E’ quanto dichiara Moreno Marasco, presidente dell’associazione Logico, a proposito delle nuove tasse previste dal Governo a carico del gioco e in particolare del gioco online nella Legge di Bilancio.
“Non si tratta solo di vessare ulteriormente un settore – in particolare l’online – ormai bersaglio designato quando si tratta di fare cassa. Questa volta si è deciso di andare oltre: avevamo appena digerito le condizioni a dir poco gravose per la partecipazione al nuovo bando di gara (con una base d’asta di 7 milioni ossia 35 volte più alta della precedente) e senza che si fosse riaperto alcun discorso rispetto al divieto di pubblicità nonostante alcuni autorevoli proclami. Del resto, il valore disposto dal nuovo bando ha già prodotto, come sappiamo, una drastica riduzione dei partecipanti alla gara, andando a colpire pesantemente la concorrenza. Parliamo di imprese, posti di lavoro e relative famiglie.
Con l’ulteriore aumento delle aliquote si è superato qualunque limite e, a nostro avviso, il Governo rischia di far saltare il banco con il risultato, da una parte, di non raggiungere gli obiettivi prefissi in sede di definizione del bando e dall’altra di ritrovarsi una serie di ricorsi degli operatori. Il vaso è colmo e nessuno rimarrà inerte di fronte al tentativo di distruggere un intero settore e lasciarlo in mano ad un oligopolio e ai tanti operatori senza concessione e illegali.
Di fronte a questa politica economica, l’industria del gioco non ha saputo reagire in maniera compatta, pagando spesso gli interessi di parte. E quando il decisore pubblico ha aperto il dialogo con queste parti, gli accordi raggiunti – come dimostrano gli ultimi provvedimenti normativi – sono stati palesemente disattesi. Occorre invece proseguire uniti e compatti. Esattamente come un anno fa quando, in una conferenza stampa alla Camera, ci siamo presentati compatti insieme ad Acadi, Sapar, Astrp, Egp-Fipe e Acmi per far presente che – sia pur con le singole peculiarità – i diversi canali del gioco devono essere coinvolti contestualmente dalle istituzioni quando si tratta di fissare nuove regole e prendere decisioni vitali per tutto il comparto.
Auspichiamo, quindi, il coinvolgimento di tutti i concessionari per far sentire una voce unica contro un provvedimento illegittimo, partorito da una classe politica che non sa rispettare i patti con le parti in causa. Si è parlato di riordino, si son fissate alcune regole, e invece… Quello che ne è scaturito non è l’auspicato riordino ma il caos totale ed un pessimo biglietto da visita di fronte agli investitori internazionali pronti ad aderire al bando. Il messaggio per tutti si riduce a un imperativo: “Paga e continua a pagare”.
La nostra risposta può sintetizzarsi in poche parole: “Attenzione: chi troppo vuole, nulla stringe”. sb/AGIMEG