A Modena si discute l’interrogazione dei consiglieri Venturelli, Manicardi, Lenzini e Carpentieri (PD) avente per oggetto: azioni portate avanti dall’amministrazione comunale per contrastare il gioco d’azzardo patologico.
“Chiediamo quanti erano nel 2015 quanti erano gli esercizi esclusivamente dedicati al gioco d’azzardo nel comune di Modena e quanti sono oggi. E quali sono in generale i risultati ottenuti oggi a seguito dei provvedimenti locali e regionali. Se ci sono attualmente sale slot che stanno delocalizzando oltre i 500 metri da un luogo sensibile. Presso il centro di vicinato di via delle Suore è presente una sala scommesse, si chiede quale sia la situazione aggiornata e se per la normativa regionale in materia questa sala possa continuare a restare aperta. Se sono stati assunti ulteriori provvedimenti nazionali in materia a sostegno dell’impegno degli Enti Locali come richiesto dall’ordine del giorno approvato nel 2017. Quale azioni sono state messe in atto negli anni per disincentivare il gioco d’azzardo. Quante persone sono in cura per ludopatia e quante si stima avere tale problema senza essere in cura”, ha sottolineato il consigliere Poggi (PD).
“Il gioco d’azzardo patologico è una patologia e per questo necessita di interventi pubblici dal punto di vista sanitario ma anche di interventi da parte delle amministrazioni che hanno il potere di tutelare la salute pubblica. Nel corso degli anni gli Enti Locali hanno intrapreso numerosi provvedimenti, il nostro più di altri, alcuni più efficaci altri meno, in un contesto di disparità. Il gioco d’azzardo è legale e la nostra Costituzione tutela la libera iniziativa economica, lo Stato incassa circa 10 miliardi di euro dai proventi di gioco. Il Comune di Modena negli ultimi anni si è distinto per il grande impegno nel contrasto, con interventi di limitazione dell’offerta e di formazione e informazione e promozione della cultura della legalità. C’è stata una continua attenzione del Consiglio Comunale sul tema. Nel 2019 nella provincia di Modena la raccolta dei giochi ha superato un miliardo di euro. Nel nostro comune si attesta ad oltre i 260 milioni di euro, un calo rispetto al 2018 grazie anche anche alle azioni promosse dall’Amministrazione. Il quadro normativo in cui possono operare gli Enti locali appare fragile ed incerto, non è stato attuato attraverso i decreti attuativi l’accordo trovato in Conferenza Stato-Enti Locali, che riguardava anche i limiti orari. Manca una disciplina organica di riordino del settore dei giochi. Gli impegni politici sono tuttavia tanti in questo senso. L’Emilia Romagna nel 2016 ha approvato un testo unico per la promozione della legalità e della cittadinanza, che contiene anche disposizioni importanti per gli Enti Locali che vogliono intraprendere azioni di contrasto all’azzardopatia. Il Comune di Modena si è distinto tra i più virtuosi: nel 2017 è stata approvata la limitazione degli orari di gioco, ogni macchinetta può operare per sole otto ore al giorno. Sul finire del 2017 il Comune ha attuato la mappatura dei luoghi sensibili presenti sul territorio, sono stati identificati oltre 400 luoghi sensibili dai quali gli apparecchi devono distare almeno 500 metri. Questa delibera ha significato uno spartiacque. Nel 2016 erano presenti 29 locali di gioco a Modena. Oggi sono solo 8 ed è in corso anche una delocalizzazione di una sala bingo. Questo ha portato anche a ricorsi, poi respinti o denunciati per la maggior parte. Presso gli esercizi di vicinato la situazione è più complicata, i locali non si configurano come case da gioco ma come corner, con concessione in essere sino al 2022 a Modena. Nei giorni scorsi la Polizia Locale ha compiuto un controllo presso esercizio collocato in un centro di vicinato che dista ad una distanza inferiore i 500 metri accertando la violazione della Legge Regionale. Il procedimento rispetto controlli e sanzioni è ancora in essere. L’amministrazione comunale negli ultimi anni ha sviluppato diverse azioni intersettoriali. Al fini di disincentivare l’installazione di slot, sono stati attuati benefici economici e il marchio Slot Free. Per quanto riguarda i dati di persone affette da dipendenza da gioco d’azzardo sono incompleti, perchè la maggior parte dei giocatori si rifiuta di ammettere la dipendenza. Nel 2020 a Modena erano in cura 111 persone per gioco d’azzardo, nel 2019 erano 147. Il comune di Modena costituisce un esempio virtuoso sia per prevenzione che per contrasto. Il contesto in cui si opera risulta problematico per la scarsità di strumenti a disposizione. Servono strumenti soprattutto per la prevenzione dei più giovani. E’ un tema che ha sempre visto un’azione unanime del Consiglio Comunale”, ha risposto l’assessore Bosi.
“Un problema emerso nel periodo del lockdown è l’aumento del gioco d’azzardo online. Gli italiani hanno speso in azzardo 80 miliardi di euro. E’ un livello alto di utilizzo di tempo e denaro. L’azzardo fisico è calato del 27,5%, l’online è aumentato del 12,5%. Sono registrati più di 7 milioni di conti gioco. Il conto gioco è fornito da una società di gioco e scommesse dove l’utente può gestire prelievi e depositi autonomamente. La pandemia ha fatto emergere un’ulteriore aspetto di questo problema su cui dovremmo iniziare a prestare attenzione”, ha aggiunto Rossini, Consigliera gruppo Fratelli d’Italia.
“Per noi si tratta di una vera e propria piaga sociale. Credo sia giusto aprire una capitolo sulla prevenzione della dipendenza da gioco d’azzardo nei giovani e nelle scuole”, ha detto il consigliere Stella (Sinistra per Modena).
“La cultura della legalità è un tema importante e fin troppo poco presente nelle necessità della società un merito di questa amministrazione è stata darne rilievo. La piaga dell’azzardopatia deve molto preoccupare chi governa una città. E’ necessaria però un’azione a livello nazionale che supporti le decisioni locali. Importante formare la popolazione sui possibili rischi”, ha sottolineato il consigliere Manicardi (PD).
“Il contesto a livello nazionale è forse ancora troppo caotico e incoerente”, ha aggiunto Poggi. cdn/AGIMEG