Lorenzin, “moderni sistemi di gioco inducono sempre più persone in percorsi a rischio”

“Il nostro Paese ha visto in questi anni la nascita di un nuovo preoccupante fenomeno: quello del Gioco d’Azzardo patologico. I moderni sistemi di gioco inducono un numero sempre maggiore di soggetti a diventare vittime di percorsi a rischio che possono evolvere, per alcune persone particolarmente vulnerabili, in situazioni negative sia per la salute che per la loro socialità”. Lo scrive il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nella presentazione del corso sul gioco patologico organizzato dal Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio. La ludopatia, prosegue il ministro, è “un problema che si sta diffondendo capillarmente e trasversalmente all’interno di tutte le fasce della società e che desta notevole preoccupazione per tutti coloro che ad esso si rivolgono con l’illusoria speranza di facili guadagni. Come ho avuto modo di dire alle commissioni competenti di Camera e Senato, far fronte a queste problematiche è possibile. L’Italia è un Paese che si prende cura dei suoi cittadini. Pur procedendo a una rimodulazione della spesa, condizione necessaria alla piena sostenibilità nel tempo del nostro Servizio Sanitario Nazionale, dobbiamo continuare a sostenere la bandiera della prevenzione” . Secondo il ministro “diventa così fondamentale organizzare un sistema di azioni di promozione della salute e di prevenzione collettiva e individuale che possa accompagnare il cittadino in tutte le fasi della propria esistenza, nei luoghi di vita e di lavoro. Con le attività fino ad oggi svolte dal Dipartimento Politiche Antidroga, dal Ministero della Salute e dalle varie ed importanti organizzazioni regionali e della società civile, la lotta al fenomeno delle dipendenze, compresa quella del gioco d’azzardo patologico, diventano una sfida possibile: attuando una forte attività di prevenzione e di contrasto basata sull’evidenza scientifica, intervenendo in modo coordinato ed efficace sulla base del Piano di Azione Nazionale antidroga e delle indicazioni europee. Un’attività non supportata da un costante lavoro di studio e di stretto coordinamento e concreta sinergia tra i diversi settori impegnati in questo sforzo risulterebbe inadeguato. Con il programma nazionale di formazione Gap, gli operatori regionali, nel rispetto della loro autonomia programmatoria ed organizzativa, potranno ottenere indicazioni metodologiche e scientifiche univoche per migliorare gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale ed attuare così una forte azione di contrasto verso questo preoccupante fenomeno”. rg/AGIMEG