Avv. Leone ad Agimeg: “Fondamentale legge sul gioco pubblico omogenea su tutto il territorio nazionale. Le sale giochi vero presidio contro ludopatia ed illegalità”

Dai problemi che attanagliano da tempo il settore del gioco pubblico all’atteso riordino, dall’importanza delle sale giochi come fondamentale presidio contro ludopatia e gioco illegale al futuro dell’intero comparto. Questi alcuni dei temi trattati nell’esclusiva intervista che l’avvocato Paolo Leone ha rilasciato ad Agimeg.

Avvocato Leone, lei ha maturato un a lunga esperienza nel settore del gioco pubblico ed è tra coloro che si è sempre speso in modo propositivo sia con pubblicazioni, sia con l’insegnamento all’Università ma anche in veste di relatore in vari convegni e nella libera professione. Un punto di riferimento affidabile. Un giorno lei mi fece notare quanto scrisse un professore tedesco di sociologia (Norbert Bolz dell’università di Berlino) nel libro dal titolo “Chi non gioca è malato”: “Se ti piace giocare, fallo, ma con giudizio”. Lo sostiene pure lei?

La ringrazio per le espressioni di stima. In effetti il Professore Bolz ha colto la questione che è stata rinviata alla capacità individuale delle persone di sapere misurare ciò che si fa e di non abusare mai. Una questione di controllo “self control” e di valutazione delle conseguenze delle proprie azioni; se bevi troppi alcolici stai male e puoi anche provocare disgrazie agli altri, ma non per questo si devono chiudere i bar o i ristoranti. Il proibizionismo non ripaga mai, è storia, e lo hanno anche sostenuto autorevoli personaggi come il Procuratore Nazionale Antimafia“.

Negli ultimi anni il settore ha sofferto di problematiche di vario tipo. Quale è la sua opinione in merito?

Dopo il varo delle autorizzazioni per le slot VLT del 2009 ci fu una accelerazione negativa dal 2017/2018 in poi con un susseguirsi di norme restrittive e aumenti stratosferici di imposte e confusione normativa; il tutto frutto di una cultura sbagliata e demagogica e scarsa conoscenza del settore. Il gioco pubblico, e sottolineo pubblico (ossia legale e controllato), è una industria molto importante con un numero di addetti di circa 150 mila persone oltre l’indotto.

Alla luce del sole, senza alcun contributo pubblico, cosa invece che altre industrie hanno ottenuto nella nostra storia anche recente. Il legislatore e la stampa, ma non solo, non hanno mai riconosciuto la dignità di industria al comparto e di conseguenza lo si è vessato e diffamato. Le restrizioni messe in atto hanno ottenuto l’effetto opposto, ossia l’aumento della illegalità.

Erroneamente si è combattuto la presenza sul territorio delle sale giochi che invece sono l’unico presidio controllabile facilmente sia per la ludopatia e sia per la delinquenza; il vero argine al malaffare è la presenza sul territorio dove si può anche svolgere il gioco on line che resta difficile da controllare.

Ma non è tutto qui, basti pensare alle normative sul divieto di promozioni (che hanno per decenni sostenuto club sportivi dilettantistici di molti sport e oggi in grande difficoltà), il divieto di pubblicità ( che invece ha consentito di distinguere tra operatori legali e illegali), il divieto di sale vicino ai luoghi sensibili ( lasciando a libera interpretazione gli enti locali sul “distanziometro” e cosa si intende per sensibili) , la chiusura totale delle sale (nonostante gli adeguamenti e misure sanitarie  imposti per la pandemia) che sono state gli  ultimi esercizi a riaprire dopo 11 mesi  di lockdown. Potrei continuare ma sono certo che rende l’idea della dimensione dei danni e delle sofferenze patite.

Questi anni passati, poco virtuosi, non sono purtroppo serviti a rimuovere del tutto il pregiudizio verso il settore che, sebbene ha ripreso fiato dopo la fine delle restrizioni pandemiche, non può certo recuperare anni di risultati negativi, anche considerando che molte restrizioni permangono“.

Nonostante tutto gli investitori stranieri continuano a puntare sul mercato italiano?

Vero che c’è stato un notevole interesse da parte di investitori stranieri nel settore del gioco legale, in gran parte dai fondi di private equity, che hanno acquisito molti concessionari italiani (vedi la vendita di Lottomatica che ha segnato la parziale uscita di un gruppo italiano).

Questo rientra nella logica finanziaria di gruppi che generano alti profitti in molti settori e intravedono nell’industria del gioco un potenziale interessante che potrà soddisfare gli investitori.  La cassa quotidiana generata costituisce una attrazione quasi fatale utilizzando un paragone cinematografico.

Vero anche che laddove presenti i gruppi di private equity spingono molto sulla gestione efficiente e concentrazione di concessionarie e di concessioni al fine di ridurre il numero dei concorrenti e fissare dei parametri economici e patrimoniali difficilmente raggiungibili.

Sono logiche finanziarie, distanti dal comune sapere ma apparentemente molto valide in termini di profitti sebbene spesso a lungo termine o quando si quotano in borsa o vendono. C’è anche chi ha investito in proprio come un gruppo multinazionale austriaco (produttore di macchine e knowhow e giochi etc.) che ha creduto nell’Italia dal 2007.

Mancano i grandi investitori italiani però e ciò dovrebbe fare riflettere. Cosa attrae allora di noi per rispondere alla sua domanda oltre alle logiche finanziarie?  Attrae il fatto che abbiamo un ordinamento consolidato e che siamo un mercato regolamentato (anche troppo direi) e lo Stato attribuisce le concessioni attraverso le sue diramazioni garantendo la regolarità delle operazioni ed il controllo sulle infiltrazioni criminali. Cio che invece preoccupa gli investitori è la frequente modifica normativa, soprattutto fiscale, che non consente di pianificare e la invadente e prolifica legislazione degli enti locali spesso in contrasto con le norme primarie dello Stato“.

Cosa vede il futuro del settore?

Attendiamo il riordino del settore che a mio avviso, al di la dell’attraente definizione, dovrebbe avere come obiettivo unico, quello di varare un codice del gioco pubblico (sull’esempio virtuoso del codice della Navigazione che è un vanto nazionale) che racchiuda tutte le normative del settore anche quelle delle sanzioni civili e penali e amministrative e un vademecum per i rimedi in sede giudiziaria e stragiudiziari. Ciò che sarà importante è la qualità degli estensori, i quali dovranno essere a mio avviso esperti del settore e giuristi ma politicamente indipendenti che poi potranno avvalersi dei supporti delle varie componenti comprese quelle dei concessionari e delle istituzioni finanziarie e statali e anche associative.

Un grande lavoro che richiederà tempi lunghi. Il Governo darà le linee guida e l’augurio è che tenga conto delle realtà sul territorio e delle esigenze delle aziende e della occupazione. Il Presidente Meloni ha dato prova di buon senso e capacità di mediazione politica e sono certo che anche per questo settore sarà obiettiva e lungimirante“.

Cosa auspica al mercato del gioco pubblico?

Da avvocato ma anche da cittadino vorrei vedere omogeneità nella legislazione che non può che essere del Parlamento, e dello Stato nelle sue varie diramazioni, e quindi ripristinare le gerarchie delle leggi e la competenza statale sul gioco come previsto dalla Costituzione e dalle leggi derivate.

Finora la legislazione degli enti locali (regioni in primis) in contrasto con le leggi statali non è stata oggetto di conflitti di attribuzione ai sensi dell’art 134 della Costituzione e questo ha generato contenziosi e la confusione e la incertezza per gli operatori e per i giocatori; inoltre ha creato un grande limite agli investimenti.

Gli strumenti ci sono per risolvere e come scriveva uno statista italiano “la civiltà di una nazione avanzata si misura non solamente dalla capacità di legiferare ad ogni costo, ma dalla capacità di gestire efficientemente le realtà ed i problemi nell’interesse prioritario dei cittadini e nello spirito di osservanza alla Costituzione“. lp/AGIMEG