Gara gioco online: 6 milioni di euro il costo della concessione e aumento dell’aliquota al 26%. Regolarizzazione PVR, ognuno costerà fino a 700 euro. No proroghe a gare scommesse e slot. Ecco come il settore dei giochi andrà in aiuto della Legge di Bilancio

Il Ministero dell’economia è al lavoro sulla nuova gara delle concessioni del gioco online, risorse che potrebbero essere disponibili dal 2024 o anche prima se il decreto attuativo della Delega Fiscale sarà pronto già ad ottobre.

Il settore dei giochi potrebbe quindi andare di nuovo ‘in aiuto’ della Legge di Bilancio, grazie a coperture collegate ad un intervento futuro ma di cui già si conosce la previsione di incasso.

Si lavora su tutti i decreti attuativi alla Delega Fiscale per dare il via libera alla riforma dei giochi. La Commissione in materia di giochi – riporta Il Messaggero – ha consegnato le sue conclusioni. Ma oltre ad un documento con i “princìpi” per la riforma, ce ne sarebbe anche uno fatto da ADM che contiene le misure più immediate.

Tra queste la prima sarebbe la gara per le concessioni del gioco online, alla quale sarebbe stato deciso un prezzo fisso di 6 milioni di euro e senza un tetto al numero di concessioni. Con questo costo, il Mef prevede la partecipazione di massimo 40 operatori ed incassi per 240 milioni di euro.

Ma non finisce qui. Per il gioco online è allo studio anche un aumento dell’aliquota fiscale, passandola dal 22% al 26%. Una misura che dovrebbe garantire incassi per altri 70 milioni di euro.

Torna la ‘regolarizzazione’ dei PVR, i Punti Vendita Ricarica. Secondo le stime si tratto di 70.000 punti e per poter continuare a lavorare, ci sarebbe l’intenzione di chiedere agli esercenti il pagamento di una somma che attualmente oscilla tra i 200 ed 700 euro. Una ‘regolarizzazione’ che porterebbe nelle casse dello Stato circa 35 milioni di euro.

Si parlerebbe anche della gara del gioco del Lotto, la cui scadenza sarebbe a novembre 2025, ma il Governo potrebbe anticipare al 2024 con una base d’asta iniziale di 800 milioni di euro. Sette anni fa la base era di 700 milioni e l’offerta finale fu di 770 milioni.

Molto dipenderà dall’aggio per il concessionario che attualmente è del 6%. La gara del Lotto dovrebbe permettere allo Stato di incassare già il prossimo anno almeno metà della cifra, 400 milioni, mentre l’altra metà dovrebbe essere versata nel 2025.

Ma, come riporta La Repubblica, c’è anche il nodo del gioco fisico. La Finanziaria dello scorso anno ha prorogato le concessioni fino al 31 dicembre 2024, il tempo necessario per studiare i decreti attuativi con il riordino del settore.

Il Mef punta a far partire anche le altre gare (bingo, slot e Gratta e Vinci) e non concedere quindi un’ulteriore proroga. Gli operatori auspicano invece una proroga di due anni, fino al 2026, inserendola nella prossima Finanziaria e permettendo quindi allo Stato di incassare un gettito di 600 milioni all’anno.

Non sarebbe invece più sotto esame l’aumento della tassa della fortuna, vale a dire l’aumento della tassa sulle vincite superiori ai 500 euro. Nei giorni scorsi era circolata la voce di un aumento dal 20% al 25%, ma gli incassi provenienti da tale aumento e il possibile allontanamento dei giocatori non sarebbero così convenienti. sb/AGIMEG