“Sul fronte delle maggiori entrate (6,8 miliardi), le coperture per il 2025 sono distribuite tra una pluralità di disposizioni normative, tra le quali rilevano per impatto: l’intervento sulla deduzione delle quote delle svalutazioni e perdite su crediti e dell’avviamento correlate alle DTA (complessivamente 2,5 miliardi nel 2025); le modifiche del regime di versamento dell’imposta di bollo sui prodotti assicurativi (970 milioni); la stabilizzazione del regime di rivalutazione di terreni e partecipazioni (840 milioni); gli effetti riflessi degli oneri per il rinnovo del contratto del personale statale per il 2025-2027 (603 milioni); la revisione delle detrazioni per familiari a carico (496 milioni in totale); la modifica dei corrispettivi a fronte della proroga delle concessioni di gioco in scadenza (233 milioni); le misure per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi (173 milioni). Dai rifinanziamenti della Sezione II sono attese maggiori entrate per 185 milioni”. E’ quanto sottolineato nell’audizione della Corte dei Conti sul disegno di legge recante “Bilancio di previsione dello stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027”.
“Completano il quadro della manovra sulle entrate alcune misure, anche organizzative, in materia di giochi (artt. 12-14); tra di esse, possono citarsi la previsione di una estrazione aggiuntiva settimanale del lotto e superenalotto (con maggior gettito di 100 milioni, da destinare integralmente al FEN) e la proroga per tutto il prossimo biennio delle concessioni del gioco pubblico in scadenza (Bingo, scommesse su rete fisica, apparecchi da intrattenimento, per nuove entrate stimate complessivamente in 232,7 milioni annui). Sotto quest’ultimo profilo, nel richiamare considerazioni e raccomandazioni già espresse negli anni scorsi, deve purtroppo annotarsi che, anche dopo il superamento della crisi pandemica, come reso palese nello stesso testo del disegno di legge in esame, consta la “persistente mancata intesa con le regioni e gli enti locali in ordine a un appropriato quadro regolatorio ed economico idoneo a identificare un corretto equilibrio finanziario delle concessioni in materia di distribuzione e raccolta del gioco pubblico” (art. 14, comma 1), protraendosi così, per un ulteriore biennio, una situazione evidentemente subottimale”, aggiunge.
“Più in generale, in materia di giochi e scommesse, deve rimarcarsi come il gettito erariale costituisca una quota estremamente ridotta rispetto alla complessiva raccolta, cioè alle dimensioni finanziarie del fenomeno, che continua a presentare risvolti anche patologici e costi sociali non trascurabili. In proposito, induce peraltro a riflettere la cessazione (disposta con l’art. 66 del medesimo d.d.l. in esame) dello specifico “Osservatorio” dedicato alla dipendenza da gioco d’azzardo (e dell’apposito Fondo per il gioco d’azzardo patologico) che confluiranno in un “Osservatorio” (e in un Fondo) di nuova istituzione destinati, ad invarianza di dotazione finanziaria, a tutte indistintamente le dipendenze”, conclude.
In audizione anche la CGIL. Ecco il commento agli articoli riguardanti il settore del gioco:
cdn/AGIMEG