Il 28 agosto è prevista l’entrata in vigore della legge regionale 5/2013 sul sistema del gioco pubblico nel Lazio. Dal giorno successivo chiuderanno i battenti oltre 4.800 punti vendita con una contrazione della rete legale pari all’85%. Uno scenario da incubo che rischia di non far arrivare a fine mese oltre 7mila famiglie che ricevono redditi diretti o indiretti dal settore. Queste sono le conseguenze dell’entrata in vigore della legge regionale per il comparto del gioco laziale delineato da ‘Il Tempo’.
La normativa stabilisce e impone effetti devastanti sulla rete legate e autorizzata del gioco lecito, con un pesantissimo effetto domino anche sul tessuto economico-sociale. Il meccanismo del cosiddetto ‘distanziometro‘ non sarà applicato soltanto agli esercizi di nuova apertura ma eserciterà anche una funzione retroattiva, determinando quindi un fenomeno espulsivo dai centri urbani. Nella migliore delle ipotesi le attività verranno relegate in periferie, ma più probabilmente saranno condannate all’estinzione.
Le conseguenze saranno fortissime anche sul versante della legalità. Le chiusure rischiano di far mancare gettito erariale annuo della raccolta del gioco per oltre 500 milioni di euro. Risorse che entreranno nelle tasche delle mafie. Questo tipo di dinamica si era già manifestata durante i vari lockdown e aveva indotto il Procuratore Nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, a lanciare un forte allarme in questo senso. “La norma della Regione Lazio rischia di trasformarsi in un cocktail micidiale che può spazzare via un intero settore, mentre le organizzazioni criminali brinderanno ai nuovi affari” spiegano i lavoratori del settore. lp/AGIMEG