Sabrina (Bingo Re di Roma): “Addestrati a prevenire ogni problema di sicurezza e salute. Il Bingo è la mia vita, orgogliosa di averla scelta e di offrire un sorriso e qualche momento di serenità a tante persone”

“Posso dire ‘io c’ero’. Ero infatti presente all‘inaugurazione della sala ed anche prima, dal corso di formazione Codere. Diciotto anni di lavoro che hanno portato gioie e momenti complicati ma sempre ingrediente fondamentale della mia vita. A volte l’ho odiato questo posto, perché la gente non capisce che un turnista non può essere sempre presente. Si lavora la Domenica, a Natale, a Pasqua. Ma è la mia vita, orgogliosa di essermela scelta e rifarei tutto. E poi ci sono anche tante risate con i colleghi giovani. Si perché non in tutti i posti di lavoro è possibile scambiarsi una battuta durante la turnazione, essere leggeri e professionali nello stesso tempo. Ci sono cresciuta lì dentro. Noi abbiamo sempre messo in primo piano il cliente, perché sappiamo che senza di loro non avremmo ragion d’esistere. Ne consegue che la loro e la nostra salute sia il nostro obiettivo principale. Nelle nostre sale, come tutte le altre d’Italia, negli anni si è studiato minuziosamente come e cosa potesse allietare il tempo oltre il gioco. Quindi ecco arrivare le serate d’intrattenimento, pranzo e cena promo, colazioni gratuite ed estrazioni di premi nella massima trasparenza. Ci siamo aggiornati ed evoluti per offrire una qualità di servizi che è stata molto apprezzata dai clienti. Quest’ultimi non sono poi solo clienti, ma persone con problemi di vita e gioie da condividere, come noi. Sono stati e saremo come una famiglia per tante persone. Noi siamo dipendenti turnisti per scelta. Chiudere queste sale sarebbe una crisi, oltre che economica, psicologica anche per noi, che amiamo il nostro lavoro e che abbiamo partecipato a tanti corsi per salvaguardare il cliente dalla ludopatia. Ci hanno addestrati ad usare l’antiriciclaggio come mezzo per dissuadere dal prelevare più frequentemente, ad essere pronti a soccorrere in caso di malesseri, ad essere affiatati. Insomma un lavoro di squadra mirato a far stare bene la gente che ci viene a trovare. Se ci vietassero di comprare del buon vino da domani, a causa dell’alcolismo, come ci sentiremmo? Privati della nostra libertà di scegliere e di poterlo fare in assoluta coscienza. Noi siamo quelli che, a Natale, sorridono tra i tavoli e festeggiano con voi!”. lp/AGIMEG