De Luca (giornalista RAI-MEDIASET) ad Agimeg: “Divieto di sponsorizzazione per gli operatori del gioco? Il proibizionismo non ha mai funzionato e favorisce l’illegalità”

Grande successo per l’evento ‘Palla al centro‘ organizzato da Footballnews24 e condotto da Anna Maria Baccaro, che ha visto la presenza di numerosi volti noti del mondo del calcio, che  hanno raccontato nei minimi dettagli l’evoluzione che questo sport ha vissuto nel corso del tempo. Agimeg ha intervistato il giornalista Massimo De Luca già direttore di Rai Sport e conduttore di importanti programmi come la Domenica Sportiva e 90° minuto.

La Nazionale di calcio italiana è al centro dell’attenzione negli ultimi tempi: prima con l’exploit all’Europeo, poi con la grande delusione della mancata qualificazione ai Mondiali. Qual è secondo lei il problema del calcio italiano? Il mancato rinnovamento generazionale o problemi a livello strutturale?

“Le partite di questi giorni ci stanno dimostrano che, tutto sommato, ci sono i presupposti del ricambio generazionale. Se Mancini ha commesso un errore è quello di dare un’ultima chance alla squadra dell’Europeo era abbastanza chiaro che alcuni elementi non reggevano più. Poi è chiaro che, se si guarda nel dettaglio, la mancata qualificazione ai Mondiali è molto legata al caso: i due rigori sbagliati con la Svizzera e il goal preso al 93esimo contro la Macedonia del Nord con il loro unico tiro in porta. Poi, non si può ignorare che alcuni elementi chiave come Chiesa e Spinazzola erano fuori per infortunio. E sono uomini importanti quando già non c’è grandissima scelta. Alla radice ci può essere la poca utilizzazione dei giovani nella Serie A e l’eccessiva utilizzazione di stranieri, ma non in termini assoluti. La differenza è nella qualità dei numeri: abbiamo pochi giocatori di livello internazionale. Da un lato è vero però che il nostro campionato è restio all’uso dei giovani, ma poi guardi la Nazionale dell’altro giorno e scopri un ragazzo che nessuno conosceva che riesce a giocare benissimo e si capisce che è lì che bisogna puntare”.

Qualche anno fa è entrato in vigore il Decreto Dignità che vieta la sponsorizzazione degli operatori di gioco, al contrario di quanto accade negli altri Stati europei. Non pensa si possa fare un passo indietro?

“Certamente sì. Il proibizionismo non ha mai pagato da nessuna parte e si è sempre trovato il modo di dribblarlo. Come si dribbla il proibizionismo sulle scommesse sportive? Si va sulle scommesse clandestine e non è una gran bella cosa. Al di là di questo ci vedo un qualcosa di moralistico che non mi entusiasma. E’ ovvio che ci può essere qualcuno che esagera, ma anche il vino se si beve in eccesso è dannoso. Purtroppo, ci sarà sempre una percentuale con poco criterio che fa uso smodato di qualcosa. Per me è sbagliato questo atteggiamento, perché all’industria del calcio, che ha avuto in questi due anni molte difficoltà, se vengono tolte altre fonti di introito si va solo ad aggravarne la crisi”.

ac/AGIMEG